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Le notizie riportate sulla stampa circa i progetti di miglioramento del bilancio delle utilities del Petrolchimico (riduzione del fabbisogno di acqua, efficientamento energetico degli edifici, ecc.) non possono che rallegrarci, ma occorre ricordare che dobbiamo garantire la salvaguardia del Petrolchimico con uno sviluppo che, purtroppo, non può essere assicurato dai soli miglioramenti gestionali.

La Petrolchimica nel nostro Paese non avrà un futuro se non avvierà un ciclo di innovazioni che sappiano affrontare lo strapotere delle grandi aziende del settore, e poi che hanno impianti di enormi dimensioni, con costi delle materie prime sensibilmente inferiori a quelli sopportati dalle nostre aziende.

CDS Cultura, insieme a tecnici del Petrolchimico, all’Associazione Amici dell’ITI “Copernico –Carpeggiani” e agli autori del libro “Ferrara e il suo Petrolchimico, volume secondo” ritengono che sia possibile ripercorrere il percorso già vissuto a Ferrara presso il Centro Ricerche Giulio Natta con la realizzazione del polipropilene negli anni ’50 e successivamente, negli anni ‘80, con i fenomenali breakthrough del processo Spheripol, caratterizzato da notevoli risparmi energetici ed enormi vantaggi ecologici, seguito alcuni anni dopo dal processo Catalloy.

Con lo stesso impegno si ritiene sia possibile perseguire l’obiettivo del riciclo integrale della plastica attraverso il quale il Petrolchimico di Ferrara può trovare il suo futuro.
È possibile gestire la plastica – rifiuto con processi di riciclo sia meccanico che chimico a partire da quelli messi a punto e realizzati grazie al lavoro di Ricerca e Sviluppo condotto proprio all’interno del Polo Industriale ferrarese.
La tecnologia MoReTec testata a Ferrara per il riciclo chimico sarà implementata industrialmente sia in Germania che negli Stati Uniti come dichiarato recentemente dai vertici di Lyondellbasell.

Con le tecnologie di riciclo chimico messe a punto non solo da Lyondellbasell ma anche da ENI-Versalis con la sua tecnologia Hoop, operando con due linee da 125.000 ton/anno si può ottenere una quantità di olio pirolitico (con composizione simile a quella della virgin nafta impiegata negli impianti di cracking) pressoché uguale alla quantità delle poliolefine “rifiuto” prodotte dal Petrolchimico (polipropilene e polietilene) in un anno.
A livello nazionale sarebbero necessarie almeno 7 – 8 di linee di riciclo molecolare, con a valle un cracker nel nord (a Porto Marghera) e con un cracker nel sud (in Sicilia), per l’ottenimento del propilene e dell’etilene, possibilmente sostenuti da fonti energetiche rinnovabili.

E qui appare per lo meno discutibile se non addirittura fuori di ogni logica la fermata del cracker di Porto Marghera, quando in Belgio ne stanno avviando uno di grandi dimensioni.
Acquisendo competenze ed esperienza e con il lavoro della ricerca si possono aggredire inoltre quote delle centinaia di milioni di tonnellate di materie plastiche “rifiuto” presenti e raggiungibili nei giacimenti a cielo aperto abbandonati nel pianeta, realizzando un’opera eccezionale di bonifica ambientale, di valore economico ed occupazionale.

L’ammontare di petrolio risparmiato in Italia potrebbe corrispondere a circa 6.000.000 di barili/anno e tenendo conto che, con il supporto di ENI Versalis, processi simili potrebbero essere impiegati per l’intera gamma dei materiali di plastica, il petrolio risparmiato potrebbe arrivare a 20.000.000 di barili/anno, … più della metà del petrolio estratto annualmente nel nostro Paese.

CDS Cultura OdV, insieme a tecnici del Petrolchimico, all’Associazione Amici dell’ITI “Copernico – Carpeggiani” e agli autori del libro “Ferrara e il suo Petrolchimico, volume secondo” si sono fatti promotori di un progetto pilota “Riciclo delle Mascherine” e recentemente di un progetto per il “Riciclo integrale delle materie plastiche”, verso i quali stanno coinvolgendo responsabili di istituzioni (MITE, RER, ART-ER, e a livello locale), aziende (LYB, Centro Ricerca Giulio Natta, HERA, Lega Coop), Istituti scolastici (a partire dall’ITS Copernico – Carpeggiani), UNIFE, SIPRO, raccogliendo consensi e disponibilità.

Ferrara con il suo Petrolchimico potrebbe diventare il Centro Nazionale del Riciclo integrale della plastica, per le competenze scientifiche del Centro Giulio Natta, per la presenza di aziende di livello mondiale, per la sua Università e per la sua storia.
A Ferrara potrebbe essere posizionato un focus sul progetto del “Riciclo integrale delle materie plastiche”, con i competenti del settore, finalizzato a dare gambe al progetto, verificarne la realizzabilità e dare sostegno alla ricerca.

CDS Cultura – Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo

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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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