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Da: Prefettura di Ferrara

Accompagnato dal prof. Vincenzo Guidi, Direttore del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università di Ferrara, dal Sindaco e dal Vicesindaco di Lagosanto, Maria Teresa Romanini ed Antonella Mazzotti, e dai genitori, il giovane laghese Manuele Maistrello, insignito nei giorni scorsi della onorificenza di “Alfiere del Lavoro”, è stato ricevuto stamane a Palazzo Giulio d’Este dal Prefetto di Ferrara Michele Campanaro.
Il brillante studente di Fisica della locale Università l’8 novembre scorso ha ricevuto al Quirinale l’ambito riconoscimento dalle mani del Presidente della Repubblica, insieme ad altri ventiquattro ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte d’Italia, nel corso di una solenne cerimonia. Manuele è stato premiato per l’eccellente percorso scolastico fatto registrare nel corso degli anni in cui ha frequentato l’Istituto Guido Monaco di Pomposa a Codigoro (FE) dove, nello scorso anno scolastico, ha conseguito il diploma di maturità scientifica con lode.
L’onorificenza “Alfieri del lavoro”, istituita nel 1961 dalla Federazione nazionale Cavalieri del lavoro, è destinato ai 25 migliori studenti che abbiano terminato la scuola secondaria superiore con il massimo dei voti. La selezione tiene conto del voto ottenuto all’esame di Stato e dei risultati scolastici dei primi quattro anni delle scuole superiori – nel caso di Manuele la media dei voti è risultata di 9,857 – e si basa sulle segnalazioni dei candidati inviate dai Dirigenti scolastici che indicano il migliore studente della loro scuola.
Il Prefetto Campanaro e il Sindaco Romanini si sono congratulati con Manuele per l’ottimo risultato conseguito, sottolineando che “…il suo impegno e la sua abnegazione negli studi, costituiscono per i giovani un modello positivo da imitare” augurandogli di poter rapidamente conseguire tutti gli obiettivi prefissati.
Al giovane Manuele Maistrello il Prefetto Campanaro ha, infine, consegnato una copia de “I Costituenti Ferraresi”, volume realizzato dall’Istituto di Storia Contemporanea, con il Patrocinio della Prefettura, del Comune e della Provincia di Ferrara, ed una riproduzione dell’originale della Gazzetta Ufficiale del 27 dicembre 1947, contenente la pubblicazione della Costituzione della Repubblica Italiana.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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