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da: ufficio Comunicazione ed Eventi Unife

Mercoledì 17 settembre Michele Simonato a Roma ritira il Premio alla presenza del Ministro Giannini

Conosciuto da tutti come “Premio dei Premi”, il Premio Nazionale per l’Innovazione (edizione 2013), quest’anno arriva all’Università di Ferrara, grazie al lavoro ed agli studi scientifici svolti da NuvoVec s.r.l., spin-off di Unife, nato dall’iniziativa di un gruppo di ricercatori dell’Ateneo nell’ambito del Laboratorio per le Tecnologie delle Terapie Avanzate, LTTA del Tecnopolo di Ferrara e in stretta collaborazione con i ricercatori del University of Pittsburgh Medical Center (USA).
A ritirare il più importante riconoscimento italiano dedicato all’innovazione Made in Italy organizzato dalla Fondazione per l’Innovazione Tecnologica COTEC, mercoledì 17 settembre alle ore 10 nell’Auditorio di Villa Farnesina a Roma, (via della Lungara, 230), alla presenza dell’On. Ministro Stefania Giannini, sarà Michele Simonato, presidente di NuvoVec e Professore associato di Farmacologia e Tossicologia del Dipartimento di Scienze Mediche di Unife.
Si tratta di un evento molto ambito per le imprese e per il sistema Italia nel suo complesso, che in pochi anni ha assunto caratteri notevoli in termini di partecipazione e qualità delle candidature presentate. Tra gli obiettivi del PNI sostenere la nascita di imprese ad alto contenuto di innovazione, promuovere lo sviluppo economico dei territori e diffondere la cultura d’impresa in ambito accademico per favorire il rapporto tra i ricercatori e il mondo dell’impresa e della finanza.
A partecipare al PNI 2013 sono stati i gruppi selezionati dalle singole Start Cup regionali con quattro categorie di premiazione: Life Sciences, ICT – Social Innovation, Agrifood- cleantech ed Industrial.
“Il nostro gruppo – afferma Simonato – ha vinto il premio PNI Cube ‘Life Sciences. Nuvovec si occupa, infatti, della produzione di sistemi di trasferimento genico con le proprie tecnologie esclusive e della distribuzione a industrie e centri di ricerca, accademici e non, interessati a temi di ingegneria cellulare, terapia genica, medicina rigenerativa, identificazione di nuovi farmaci e produzione di cellule ottenute per trasformazione”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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