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da: Elena Muzzani

Spettabile redazione,
desideravo informarvi dell’iniziativa tenutesi il 14 di febbraio presso il Ridotto del teatro comunale di Ferrara, in occasione della consegna del premio “amici di Irina”, sezione di composizione del 2013.
Un premio sotto forma di borsa di studio dedicato e finanziato dalla famiglia di Irina, musicista prematuramente scomparsa, con il patrocinio dell’ANT, che tutti gli anni vede partecipare l’eccellenza del conservatorio di Ferrara.
Si sono tenute diverse edizioni, come ricordava Filippo Scabbia, dedicata a strumentisti under e over 18 anni, ma quest’anno si è tenuta la sezione dedicata alla composizione.
Classe che molto difficilmente trova spazio nelle sede ufficiali e non, per esibirsi e sperimentare nuovi temi e tecniche, preferendo offrire il poco spazio a esibizioni, pur ad altissimo valore in qualità di pianisti o strumentisti, che anche se non ancora del tutto affermati sono bravissimi, ma che presentono programmi coltissimi ma sicuramente classici non intendendo per classici il genere musicale ma diremmo opere collaudate.
Al contrario venerdì pomeriggio con l’aiuto dei ragazzi della classe di canto e quella di musica applicata alle immagini, all’interno di questa cornice speciale, si è un compiuto un piccolo miracolo: scoprire che all’interno della nostra splendida Ferrara ci siano giovani, alcuni molto giovani e altri un po’ meno che dedicano tempo e passione alla musica, attraverso lo studio e la sperimentazione, e che, possano con l’opportunità di esibirsi, ricevere un riscontro effettivo dal pubblico sia composto sia intenditori sia di semplici appassionati e curiosi, consentire loro di verificare e di sprigionare la vera e sana adrenalina.
Il premio lo ha vinto un ragazzo Matteo Forlani studente sia di piano (V anno), sia di composizione, musicista da sempre, che oltre ai suoi pezzi ha suonato brani di altri giovani studenti compositori, suoi compagni di corso e allievi del Maestro Mariani.
Come si intuisce non è tanto la vincita della somma di denaro che ha lusingato a partecipare a questo concorso, ma la possibilità di dare visibilità alle composizioni e di condividere un mondo con altri.
Questi giovani artisti, poi con un po’ di “fortuna” potrebbero contribuire a costruire la colonna sonora della nostra quotidianità.
Ringrazio dell’attenzione
Elena Muzzani

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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