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Da: Università di Ferrara

Il Prof. Enrico Deidda Gagliardo nuovo Pro Rettore Vicario Unife

Enrico Deidda Gagliardo, Professore ordinario di economia aziendale presso il Dipartimento di Economia e Management e Delegato del Rettore al bilancio, semplificazione organizzativa e valorizzazione delle risorse umane, dal 1° novembre 2016 è Pro Rettore Vicario dell’Università di Ferrara.

“Sono onorato e felice di poter svolgere un servizio utile al nostro Ateneo e alle persone che lo vivono ogni giorno​ – afferma il Prof. Deidda Gagliardo – e cerco di farlo portando la mia esperienza sulle pubbliche amministrazioni e lo spirito solare della mia terra d’origine, la Sardegna”.

Laureato in Economia e commercio all’Università di Cagliari con 110/110 e Lode, con un Master in economia delle aziende pubbliche (Controllo di gestione delle aziende pubbliche) presso l’Università di Bologna-Forlì e un Dottorato di Ricerca presso l’Università di Brescia, il Prof. Deidda Gagliardo vanta una vasta esperienza accademica istituzionale e di ricerca.

E’ infatti l’ideatore, l’organizzatore e il Direttore Scientifico del Master Universitario “PERF.ET”, sul Miglioramento delle PERFormance degli Enti Territoriali e delle altre pubbliche amministrazioni. Ha partecipato al Tavolo tecnico presso il Dipartimento della Funzione Pubblica per la predisposizione della legislazione sulla “misurazione e valutazione delle performance pubbliche” e al Tavolo tecnico presso l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) per la predisposizione del Piano Nazionale Anticorruzione 2016, con particolare riferimento ai piccoli comuni e alle città metropolitane.

I suoi principali ambiti di ricerca riguardano le pubbliche amministrazioni. E’ infatti ideatore di un originale sistema scientifico di misurazione multidimensionale del valore pubblico creato/consumato dalle PA ed è coordinatore e componente di numerosi gruppi di ricerca nell’ambito dei sistemi di programmazione, management e governance, controllo, valutazione e comunicazione sociale delle performance individuali, organizzative e istituzionali; costruzione e analisi dei bilanci delle PA, revisione dei bilanci pubblici; prevenzione e monitoraggio della corruzione, sistemi di organizzazione e direzione di pubbliche amministrazioni, secondo l’approccio per obiettivi e per processi e costituzione e potenziamento di forme associative tra PA.

E’ inoltre autore di numerose pubblicazioni sia nazionali che internazionali sui temi della contabilità e del bilancio, dell’analisi di bilancio e dell’armonizzazione contabile dei bilanci pubblici, sui sistemi di programmazione, management e governance, controllo, valutazione delle performance individuali, organizzative e istituzionali delle Pubbliche Amministrazioni e sulla ‘creazione e misurazione del Valore Pubblico’. E’ inoltre reviewer per diverse riviste accademiche e professionali accreditate AIDEA e componente di Editorial Board.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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