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Da: Associazione Puedes Puedes

Il vicesindaco Maisto: «La seconda edizione è stata una conferma di qualità» La presidente Sarson: «Ce l’abbiamo fatta con le nostre forze. Ci siamo emancipati dal Ferrara Buskers Festival»

«Grazie Buskers» era il decoro in cioccolato su una torta di panna, il dolce pensiero che Erika Sarson e Rebecca Bottoni hanno riservato sul palco del Puedes Summer Night ai musicisti che hanno ridato animo a Ferrara. Ma non solo, a tutti i compagni di strada con i quali la magia si è avverata anche quest’anno. Ieri è iniziato il disallestimento e non è stato facile per la trentina di ragazzi in maglia rosa darsi l’arrivederci. Smontare il gazebo dei mitici arrosticini, il ristorantino la Savina e la pizzeria targata Molino Spadoni è stato come mettere via un pezzo dell’estate. «Alzare il tono del sottomura, e non intendo solo il volume, è quello che ha distinto ancora una volta l’Associazione culturale Puedes», queste le parole calorose di Massimo Maisto, mentre domenica scorsa si gustava l’ultimo spettacolo. In mezzo alla folla c’era anche il sindaco Tagliani, con uno sguardo entusiasta e sereno. «Offrire ogni sera un concerto diverso per quasi un mese – prosegue il vicesindaco – ha trasformato anche la gente. Le iniziative che producono coesione, prima ancora che denaro, in grado di avvicinare chi durante la routine quotidiana neanche si considera, vanno riconosciute. L’atmosfera di una zona spesso turbolenta è cambiata totalmente e si è notato subito dalla pulizia che tanto lo staff quanto il pubblico hanno mantenuto dell’area verde. La musica è stata un ingrediente imprescindibile, in particolare mi è piaciuto il concerto di Calcutta, uno dei cantautori rivelazione dell’anno che siamo riusciti a riavere in città». I due amministratori non sono stati gli unici a essere a loro agio sotto il palco del Puedes Summer Night, c’è anche chi non voleva più scendere, come la cantante AmbraMarie o Nicolas Giani, il capitano dei biancoazzurri che appena una settimana fa festeggiavano in coro la presentazione ufficiale della prima squadra.
«I nostri ragazzi sono ancora pieni di fatica – motiva l’ideatrice Erika Sarson – però hanno dato il meglio di loro. Qualcuno ci ha addirittura ringraziato di essere cresciuto professionalmente, perché hanno avuto la possibilità di imparare e il flusso continuo li ha gratificati. Rebecca e io siamo grate alla folla che ha trascorso le serate con noi, che ha cenato, bevuto e ballato nel sottomura. Di sicuro il lavoro di squadra, l’attenzione nei confronti di chi s’impegna al tuo fianco, ha fatto maturare ciascuno di noi, comprese me e Rebecca. Inoltre coinvolgere tante associazioni diverse per il piacere di collaborare, ha migliorato la qualità della proposta». Puedes, che vanta sul campo un’età media molto bassa, crede fermamente nelle potenzialità dei giovani, cercando di valorizzarne le singole capacità.
«Vorrei ringraziare il team della Top Secret, perché la nostra sicurezza è stata impeccabile, grazie anche alla pazienza e alla precisione di questura e polizia municipale, che ci hanno seguito da principio. Ci hanno sollevato da parecchie preoccupazioni – aggiunge la presidente Sarson – Portare artisti del livello di Calcutta, fa parte degli obiettivi culturali a cui Puedes non vuole assolutamente rinunciare, ma che deve conservare al di là degli sforzi economici. Siamo fieri di esserci resi autonomi dal Ferrara Buskers Festival, che ci ha cresciuto e ci ha dato visibilità. Abbiamo raggiunto la nostra indipendenza, le persone ci riconoscono e ci considerano affidabili per ciò che realizziamo. Non a caso, il Festival di Internazionale ci ha invitati di nuovo a gestire il punto di ristoro nel chiostro di San Paolo. Ma Puedes non è solo street food e mojito, abbiamo una collaborazione in atto con l’Università di Ferrara per legare l’intrattenimento ai contenuti». Mercoledì 21 settembre, infatti, l’associazione si occuperà dei “Musici di corte e di strada dai tempi di Niccolò ai Buskers di oggi”, all’interno della 24 ore alla corte di Niccolò, una giornata di approfondimento storico e ludico a cura di Francesca Cappelletti, Stefania De Vincentis e Chiara Guerzi del Dipartimento di Studi umanistici.
Ventiquattro giorni di impegno costante, dal pomeriggio alla notte fonda, passando tra sound check sotto il sole battente, laboratori per i bimbi, aperitalk, sbiciclate sulle mura, folli maratone a colori, ore ed ore in cucina, e concerti con migliaia di persone, non sono leggeri da sostenere. Il Puedes Summer Night si conferma l’evento gratuito di musica dal vivo più grande del sottomura ferrarese. D’altronde, la sua storia è cominciata scommettendo sul gazebo che ha ridato luce a piazzetta della Repubblica, quando nessuno credeva in quel luogo, «è la storia di un pesce che ha conquistato il mare».

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

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