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Da: Comune di Ferrara

“Le case popolari prima ai ferraresi e a chi da più tempo risiede sul territorio. Ferrara rivoluziona i metodi di assegnazione riportando al centro i diritti di chi ha contribuito a rendere grande la nostra città e si trova in un momento di difficoltà. Regole chiare e valide per tutti: premiato chi da più tempo abita a Ferrara e non possiede altri beni, nemmeno all’estero. Attenzione anche per i genitori single o separati e per le giovani coppie che accettano di abitare in periferia”.

Oggi la giunta del sindaco, Alan Fabbri, ha approvato la delibera che imposta il nuovo regolamento per l’assegnazione degli alloggi popolari elaborato dall’assessore alle Politiche Sociali con delega alle Politiche abitative, Cristina Coletti, che verrà portato nei prossimi giorni all’attenzione delle Commissioni e del Consiglio comunale.

“E’ un regolamento rivoluzionario che mette al centro le esigenze e i bisogni dei ferraresi, in nome di una vera equità sociale. Abbiamo introdotto una regola molto semplice: quella della residenzialità storica che assegna un punteggio per ogni anno di vita vissuta sul territorio. A beneficiarne, grazie alla revisione di ulteriori parametri, saranno soprattutto gli anziani, i genitori single e le famiglie con disabili a carico – spiega ancora il sindaco – e cioè quei nuclei che, molto spesso, fino ad oggi si sono visti superare in graduatoria dalle famiglie di immigrati, magari sul territorio da pochi anni”.

“Al buonismo del Pd, che ha fatto in questi anni troppi danni, sostituiamo il buon senso– aggiunge il sindaco – anche per quanto riguarda il possesso di altri immobili, che non deve essere una condizione escludente soltanto per gli italiani, ma anche per chi viene da un altro Paese”.

“Il nuovo regolamento introduce parametri essenziali per garantire un accesso più equilibrato tra le diverse tipologie di utenza – specifica l’assessore alle Politiche Sociali, Cristina Coletti – e valorizza le competenze degli uffici preposti nella la valutazione delle domande e nell’assegnazione dei punteggi che prima erano affidati in gran parte alle relazione degli assistenti sociali”.

Ad essere modificate non sono state le condizioni di punteggio che rimangono sostanzialmente quelle già previste (disagio economico, sociale e abitativo) ma l’entità dei punteggi che sono stati resi maggiormente omogenei e utili ad intercettare meglio i veri bisogni abitativi delle famiglie”, spiega l’assessore.

Lo scopo è quello di “promuovere l’equità sociale riequilibrando i punteggi della graduatoria per dare un’opportunità di assegnazione a più tipologie di famiglie tenendo in massima considerazione il legame col territorio”, continua l’assessore.

“Il passaggio più innovativo è l’assegnazione di 0,5 punti per ogni anno di residenza nel Comune, senza limiti di accumulo – specifica Coletti – e ci aspettiamo, come è stato confermato dalle simulazioni, che questo modifichi in modo molto significativo la graduatoria, premiando le famiglie ferraresi”.

Oltre alla residenzialità storica “abbiamo creato un punteggio anche per i nuclei più ristretti (come quelli da 3 componenti prima esclusi) e per genitori separati che abbiano l’affido anche condiviso dei figli”, mentre “per quanto concerne le giovani coppie il limite di età è stato innalzato a 40 anni sono incentivate quelle che accettano di abitare in territori periferici e, ulteriori punti sono previsti per chi ha disabili a carico sia minorenni che in maggiore età”.

Il regolamento introduce anche ulteriori aspetti di controllo sulla buona gestione del patrimonio: “La rinuncia ad un alloggio Erp non è più consentita nemmeno una volta, salvo i casi accertati, pena la cancellazione dalla graduatoria – spiega ancora Coletti – mentre per ricordare doveri che spettano a chi fruisce di un bene comune e di un servizio di welfare tanto importante, abbiamo introdotto un punteggio negativo per i richiedenti che abbiano maturato un debito nei confronti dell’amministrazione (0,05 punti per morosità)”. Maggiori verifiche, inoltre riguarderanno anche il requisito della impossidenza (la mancanza di beni immobili di proprietà): “A contrario di quello che accade oggi per i cittadini immigrati che fanno domanda di alloggio popolare non sarà più sufficiente presentare una autocertificazione ma la mancanza di altri immobili di proprietà dovrà essere certificata attraverso l’ambasciata del paese d’origine”.

In previsione c’è anche la creazione di una graduatoria speciale dedicata ai padri separati: “Una quota di alloggi sarà riservata, con una prossima delibera di giunta a regolamento approvato, a chi è reduce da un divorzio, magari deve adempiere agli obblighi economici verso la famiglia e i figli e si trova temporaneamente in difficoltà economica – aggiunge ancora l’assessore -. Si tratta di una categoria a rischio, da salvaguardare in nome anche del benessere dei minori e che adeguatamente supportata di norma supera il momento difficile per rientrare in piena autonomia nei normali percorsi di vita”.

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COMUNE DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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