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Da Silvia Bottoni

LA STREGA DELLA NEBBIA – LIBRO DI ELISA MANTOVANI
Ci sono segreti che devono rimanere tali, per sempre. È proprio intorno a un groviglio sempre più intricato di terribili verità nascoste che due ispettori, Patera e Zonari, dovranno cercare di risolvere l’enigma di due omicidi, la cui efferatezza sconvolgerà la quiete solo apparente di Ferrara, avvolta nella sua caratteristica nebbia che sembra essere l’essenza stessa del Male. Dietro un susseguirsi d’interrogatori e fatti sconvolgenti che mineranno l’amicizia dei due ispettori, inizierà a proiettarsi sulle indagini l’ombra inquietante di un vecchio ospedale psichiatrico infantile, ormai chiuso da anni. Intorno a quel luogo di dolore e tormenti indicibili ruoteranno i destini di tutti i protagonisti, trascinando in un vortice di disperazione anche gli stessi Patera e Zonari, stravolgendo per sempre le loro vite.

IL TRENO DELLA DANZA – SPETTACOLO DI SILVIA BOTTONI
IL TRENO DELLA DANZA e’ il viaggio della vita ….si sale si scende ….a qualche fermata ci sono sorprese piacevoli in altre tanta tristezza …..viaggiamo da soli o in compagnia ma sempre verso sogni e speranze cercando di fare il viaggio nel miglior modo possibile ….ad ogni fermata stili di danza diversi ….musiche diverse …….persone diverse …per arrivare alla fine con un bagaglio ancora più pieno di quando siamo partiti ….a che ora parte il treno? chiede un passeggero …..e si sente rispondere “parte quando vuole lei! lasciarsi andare alle emozioni e’ una cosa che dipende solo da noi”. In questa occasione il Treno della Danza farà alcune tappe, l’ultima delle quali sarà …..La strega della nebbia…Buon Viaggio!!!

E dalle emozioni si parte per questa “PresentAzione”. La presentazione di un libro attraverso le parole e il gesto. Tutto è nato per caso, come le cose non cercate che arrivano inaspettate. Silvia Bottoni, la coreografa ha letto il libro, bellissimo, e mentre scorrevano le pagine vedeva le parole trasformarsi in movimenti: si muovevano pensieri, sensazioni, emozioni. Ha contattato l’autrice Elisa Mantovani e davanti ad una tazza di the i personaggi hanno preso vita ed è iniziato uno scambio continuo sulla storia, quasi come se il libro fosse riscritto. La ricerca delle musiche, dei costumi, degli oggetti, il coinvolgimento dei bravissimi danzatori del Jazz Studio Dance che passo dopo passo hanno interpretato una storia frutto di tante storie calandosi nei vari personaggi cercando di dare loro un’anima. La sperimentazione, la rielaborazione, l’approccio diverso, lo scambio di idee, di linguaggi per far vivere i libri nel nostro quotidiano, perché ci arricchiscano e integrino i nostri pensieri e le nostre emozioni.
Ecco il senso della “PresentAzione” che si terrà sabato 9 dicembre alle ore 20.30 presso la Sala Estense di Ferrara nell’ambito della Rassegna “Autori a Corte Natale 2017” curata da Federico Felloni e Vincenzo Iannuzzo, che hanno abbracciato l’idea con entusiasmo. Dopo la performance coreografica di Jazz Studio Dance – Uisp Ferrara l’attore ed autore Francesco Eleuteri parlerà del libro con l’autrice. La serata sarà ad offerta libera per Associazione CIRCI, che interverrà con un suo rappresentante insieme a Paola Castagnotto per affrontare il tema dell’infanzia negata.

Elisa è da sempre legata a doppio filo alla scrittura, una compagna travolgente e fedele. Abituata al noir venato da gotica ironia, la novella scrittrice si è gettata in un’opera che ruota attorno a uno dei luoghi più misteriosi e inquietanti di Ferrara: l’ex ospedale psichiatrico infantile di Aguscello, tristemente noto come l’ospedale dei bambini fantasma. Seguendo una scrittura cinematografica, il lettore non può che ritrovarsi catapultato nelle atmosfere cupe di una vicenda che inizia nel 1940 quando Amelia Guerra vende quella che fino ad allora era stata una dimora privata alla Croce Rossa: diviene dapprima un sanatorio, poi un ospedale psichiatrico per bambini. L’ospedale rimase attivo fino al 1970, quando venne repentinamente chiuso senza che fossero mai date spiegazioni esaurienti sul perché di tale improvvisa decisione. Da allora è rimasto incastonato nel suo giardino sempre più incolto: come un monito a tutti coloro che cercano di dimenticare ciò che ha rappresentato. Ciò che è stato: un luogo di sofferenza, di privazioni estreme, dove bambini venivano imprigionati strappandoli all’innocenza e alla spensieratezza. È stato proprio questo edificio, con le finestre scure, i muri scrostati dall’incedere del tempo, e l’aura di mistero che l’avvolge, la fonte d’ispirazione della scrittrice.
Due efferati omicidi, quello di un’anziana signora e di una ragazza, sconvolgeranno la quiete (solo apparente) di Ferrara avvolta da una nebbia che compare. Due ispettori, dai caratteri decisamente agli opposti, si ritroveranno a dover indagare sui due crimini che sembrano essere collegati tra loro da un indizio alquanto singolare. In un susseguirsi di interrogatori, eventi drammatici e terribili segreti che lentamente verranno a galla, si ritroveranno intrappolati in un vortice di violenza che cambierà per sempre le loro stesse vite. Nessuno sembra ciò che è nel romanzo di Elisa Mantovani. “Le anime dei bambini giocheranno in eterno”dice una scritta all’interno dell’ex ospedale psichiatrico infantile: le anime di tutti quei bambini che ancora non hanno trovato pace. Forse.

Silvia è una coreografa e performer che fin da piccola ha dedicato la sua vita alla danza e ha fondato nel 1983 la scuola Jazz Studio Dance. Dirige artisticamente la scuola e la compagnia curandone la formazione e le scelte coreografiche. Di impostazione accademica classica e dopo un’attività agonistica e di insegnamento nell’ambito della ginnastica artistica, ha intrapreso lo studio della danza moderna specializzandosi nella tecnica Modern Jazz e Afro. Le ottime esperienze fatte le hanno consentito di sviluppare una ricerca personale sia nell’ambito dell’insegnamento che della coreografia dove ha sviluppato uno stile personale frutto delle tante tecniche studiate e dove il suo rapporto con gli interpreti è sempre nel rispetto della creatività soggettiva e della personalità di ognuno. Numerosi sono i riconoscimenti ottenuti dalla critica specializzata per la partecipazione a rassegne, festival, concorsi dove il Jazz Studio Dance ha ottenuto sempre importanti piazzamenti. Da sempre collabora con Enti e Istituzioni locali allo scopo di promuovere la cultura della danza. Ringrazia i suoi genitori che l’hanno avvicinata al teatro, al cinema, alla lettura stimolando la sua continua “curiosità di vita” e di “pensiero libero”.
Ideazione, regia, coreografie: Silvia Bottoni
con la collaborazione di Giulia Bonora, Vladislav Kniazev, Eleonora Balleri

DANZANO PER JAZZ STUDIO DANCE:
Martina Saccenti
Sara Pozzati
Giulia Bonora
Giulia Perinati
Cristiana Brunazzi
Eleonora Balleri
Francesco Morelli
Giulio Fortini
Vladidlav Kniazev
Sara Carlini
Benedetta Ferrari
Elisabetta Martina
Micol Sacerdoti
Anna Santangelo
Maria Letizia Tramarin
Matilde Negri
Margherita Golfieri
Teresa Travagli
Jessica Rende

Costumi:
Gioconda Pirazzini Guerra, Interno Danza

Registrazione musiche: Paolo Martorana

Voce, chitarra, recitazione: Eugenio Cabitta

Fotografie di Daniele Mantovani e Bruno Droghetti

Contributi video: Riccardo Fozzato

Collaborazione tecnica allestimento: Suono Immagine, Mattia Ferrari

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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