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da: ufficio stampa Mec&Partners 

Bologna, 16 ottobre 2020 – La ricerca sui vaccini contro Covid-19 viaggia spedita, anche grazie ad un investimento di risorse pubbliche senza precedenti – 15 miliardi di dollari, di cui 10 dai soli Stati Uniti – e sarà disponibile nel 2021. Non ha dubbi Rino Rappuoli, il più autorevole vaccinologo al mondo, Chief Professor per la Ricerca sui Vaccini all’Imperial College di Londra: investimenti e tecnologie inimmaginabili fino a pochi anni fa ci permetteranno di controllare la pandemia – ha detto Rappuoli nel suo intervento appena concluso al Festival della Scienza Medica di Bologna che si chiude domani (online, visibile su bolognamedicina.it o su https://piattaformaventiventi.genusbononiae.it/).

Rappuoli ne è certo: entro la prima metà del 2021 ci sarà una prima immissione di vaccini e anticorpi monoclonali umani, con una disponibilità via via crescente nella seconda metà dell’anno: “abbiamo oggi la capacità di far procedere in parallelo le varie fasi della sperimentazione vaccinale, stiamo concentrando processi che normalmente durano dieci anni nell’arco di un anno, un anno e mezzo. È un rischio dal punto di vista finanziario, senza dubbio, ma non sul lato della sicurezza, data l’enorme quantità di capitale umano coinvolto nella ricerca”. Oggi ci sono più di 320 vaccini nella fase iniziale, di questi 40 sono in fase clinica, 7 in fase finale di sperimentazione che coinvolgono decine di migliaia di ricercatori“i vaccini in sviluppo ora sono di 3 tipi: genetico, con traduzione del gene sintetico in Rna e successiva iniezione; intermedio, in cui il gene sintetico è veicolato in un vettore virale attenuato, e del tipo proteine più adiuvanti – ha detto Rappuoli. –  I vaccini genetici a Rna e quelli coi vettori virali non sono mai stati usati su milioni di persone, e dobbiamo ancora imparare molto sulla loro sicurezza ed efficacia, dei terzi invece abbiamo grande esperienza e la capacità di produrne grande quantità”.

Accanto ai vaccini, la speranza è riposta nell’immunizzazione passiva tramite anticorpi monoclonali umani, oggi usati ad esempio nelle terapie antitumorali: “nei nostri laboratori di Siena abbiamo isolato dal sangue di pazienti convalescenti alcune cellule in grado di produrre anticorpi per neutralizzare il virus SARS-CoV-2, ora le stiamo riproducendo per poter passare alle prove cliniche e svilupparle come terapia. Anche il primo farmaco per Ebola fu un anticorpo monoclonale umano, e sono abbastanza certo che si verificherà lo stesso per Covid-19”. Così l’orizzonte del 2021 è per Rappuoli quello in cui riguadagneremo la nostra libertà: “fino ad oggi abbiamo contenuto il dilagare del contagio con risposte non farmacologiche, dal lockdown al distanziamento, dall’uso delle mascherine al lavaggio frequente delle mani. Lo sviluppo dei vaccini e degli anticorpi monoclonali ci restituirà, ne sono certo, quella normalità che abbiamo perduto”. D’altra parte anche la sua Siena, dove sorge la GSK Vaccine Institute for Global Health, di cui è responsabile, fu colpita dalla peste nel massimo del suo splendore: era il 1348, e i senesi stavano costruendo la Cattedrale simbolo dell’opulenza comunale, della quale oggi rimane la facciata. “Lo considero il più grande monumento alle pandemie – ha concluso Rappuoli. – La pandemia congelò allora lo sviluppo della città: un’ipotesi che, con buona probabilità, le conquiste della medicina riusciranno a scongiurare in breve tempo”.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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