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da: ufficio stampa giunta regionale Emilia-Romagna

Dal 2012 la Regione finanzia la formazione in azienda, 99 giovani già assunti. Il presidente Bonaccini: “Un rapporto buono tra istituzioni e mondo dell’impresa può dare successi formidabili”

Bologna – Il presidente della Regione Stefano Bonaccini e l’assessore regionale alla Formazione e Lavoro Patrizio Bianchi hanno partecipato questa mattina alla inaugurazione del nuovo stabilimento della Berluti, l’azienda del gruppo Louis Vuitton che produce a Ferrara calzature e pelletterie di prestigio.
“Sono orgoglioso di essere qui ad inaugurare questo nuovo stabilimento, 250 posti di lavoro e 100 ragazzi formati con l’Accademia artigianale avviata grazie alla Regione e ai fondi europei – ha detto il presidente Bonaccini – Un altro marchio importante, che segue quelli di Wolkswagen, Audi, Ducati, Danfoss, Philip Morris, che dimostra come l’Emilia-Romagna stia tornando ad attrarre investimenti dall’estero di multinazionali che creano lavoro e ricchezza. Credo che oggi si sia dimostrato che un rapporto buono tra istituzioni e mondo dell’impresa può dare successi formidabili”.
Nei primi mesi del 2013 Louis Vuitton ha firmato un accordo con gli enti locali per la costruzione a Ferrara di un nuovo impianto di produzione. Di rilevante, in questa operazione, non è solo il ritorno in Italia di un’impresa multinazionale, dopo anni di tendenza opposta, ma la constatazione che l’incentivo principale alla scelta del territorio ferrarese è stata da una parte la presenza di calzolai altamente qualificati che avevano lavorato in imprese locali, da tempo fallite, dall’altra la disponibilità delle istituzioni di finanziare una scuola in cui gli stessi potessero trasmettere le loro competenze ai giovani. Dopo aver acquisito un marchio “italiano”, Berluti, Louis Vuitton si è trovata infatti nelle condizioni di predisporre una produzione che a quel nome corrispondesse in qualità.
“La nostra idea di posizionare l’Emilia-Romagna nella fascia alta del mercato sta avendo degli effetti tangibili – ha spiegato l’assessore Bianchi – Scegliere di operare sull’alto valore aggiunto, cioè su prodotti di altissima qualità che vanno realizzati con lavoratori di grande qualità è una scelta vincente, che mette insieme una grande capacità manageriale e la possibilità di recuperare un territorio e la sua vocazione calzaturiera. La Regione ha sostenuto e continuerà a sostenere un massiccio investimento in educazione e formazione professionale. Gli elementi che hanno attratto qui la grande impresa sono state proprio la presenza di competenze qualificate e la sinergia con le istituzioni locali per creare una scuola di alto artigianato, nucleo della nuova impresa del gruppo e di nuova e qualificata occupazione”.
Sono 138 le persone disoccupate che sono state formate dal 2012 in diversi percorsi di formazione di preinserimento in impresa della durata media di 400 ore, di cui 60 ore teoriche e tecnico-pratiche, 180 ore on the job, 160 ore di stage.
I partecipanti ai corsi hanno conseguito le competenze di Operatore delle calzature del Sistema Regionale delle Qualifiche, con le competenze specifiche relative al “saper fare” calzature di lusso. Delle 138 persone formate, 99 sono state assunte dalla Berluti.
Finanziata dal Fondo Sociale Europeo, la formazione di preinserimento è progettata sulla base di fabbisogni professionali e formativi delle singole imprese e rivolta a persone disoccupate, in mobilità e in cassa integrazione. Dimostra la capacità di ER Educazione e Ricerca, infrastruttura educativa regionale per lo sviluppo del territorio, diInterpretare il nesso tra fabbisogni formativi del sistema economico produttivo e potenzialità di crescita, attrattività e competitività di un territorio. /BM

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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