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da: ufficio stampa Cciaa Ferrara

In calo agricoltura, manifatturiero, costruzioni e trasporti. Si accentua la crisi degli artigiani, perse altre 150 imprese. Segnali positivi da commercio, turismo e servizi

Sono 2.167 le imprese nate nel 2013, 75 in meno rispetto al 2012. Al flusso sostanzialmente stabile delle iscrizioni di nuove imprese, ha corrisposto un aumento del numero di quelle che hanno cessato l’attività, passate dalle 2.248 del 2012 alle 2.472 dell’anno scorso. Il bilancio di queste dinamiche si è tradotto in un saldo anagrafico di fine anno, dunque, ancora una volta negativo dovuto, in particolare, al settore agricolo (620 le imprese che hanno chiuso i battenti).

Ad allargare, nonostante le difficoltà, la propria base imprenditoriale sono stati invece il commercio, le attività di alloggio e ristorazione e i servizi di supporto alle imprese. Sul fronte opposto, i settori che hanno visto ridursi maggiormente la propria consistenza sono stati le costruzioni, le attività manifatturiere e il trasporto e magazzinaggio. Il rallentamento della vitalità dell’imprenditoria ferrarese risente anche dell’approfondirsi della crisi del mondo artigiano: con un saldo negativo di -150 imprese, nel 2013 l’artigianato ha, infatti, ceduto un punto e mezzo percentuale (-1,55%) della sua base produttiva, una contrazione pesante, ma non la più rilevante del decennio. Questi i dati di sintesi più significativi dell’indagine Movimprese, la rilevazione trimestrale sulla natalità.

“La crisi non dà tregua alle imprese – ha detto il Presidente della Camera di Commercio di Ferrara, Carlo Alberto Roncarati – ma per fare le scelte che servono al paese dobbiamo guardare a chi non si scoraggia, alla capacità del sistema produttivo di rigenerarsi puntando ai settori che offrono più opportunità. Dal turismo ai servizi passando per le produzioni che il mondo continua a premiare, come l’agroalimentare e alcuni comparti del manifatturiero ad elevato contenuto tecnologico. Ma è sempre più dura andare avanti senza un mercato interno capace di sostenere consumi e occupazione. Le imprese che continuano a nascere sono frutto di un’auto-imprenditorialità che va guardata con favore e sostenuta, soprattutto quando è espressione di saperi tradizionali e di quella cultura artigiana che oggi è in grandissima difficoltà. Dobbiamo alimentare il coraggio di chi fa impresa e ridare fiducia alle famiglie e a chi cerca lavoro. È un impegno – ha concluso Roncarati – che la Camera di Commercio sta portando avanti insieme alle rappresentanze imprenditoriali, per migliorare la qualità dei servizi e la propria efficienza. Tutti dobbiamo e possiamo fare di più”.

Giovani, donne e immigrati
Guardando alle categorie imprenditoriali che costituiscono il tessuto economico provinciale, il bilancio anagrafico del 2013 evidenzia alcuni fenomeni degni di nota perché da essi – nel recente passato e probabilmente anche per il futuro – sembra dipendere sempre più l’evoluzione della base imprenditoriale ferrarese. Sono infatti le imprese guidate da giovani under 35, da cittadini stranieri e da donne che hanno consentito al saldo anagrafico annuale di non essere troppo negativo. In particolare, le imprese giovanili, pur riducendosi rispetto allo scorso di quasi 200 unità, rappresentano quasi un terzo del totale delle iscrizioni e appena il 10% delle chiusure complessive. Il saldo della movimentazione è largamente positivo (+383 unità) ed in linea con quanto registrato lo scorso anno.
Anche per le imprese straniere la differenza tra aperture e chiusure è positiva, ma in contrazione rispetto agli ultimi due anni. Si riducono le iscrizioni contemporaneamente ad una leggera crescita delle cancellazioni. Aumenta di poco la loro incidenza sul totale, ora ogni 100 imprese registrate, 7 non sono gestite da italiani. Per quanto riguarda l’imprenditoria femminile, essa continua a crescere, passando dal 21,5% dello scorso anno al 21, 7% del 2013.

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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