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da: ufficio stampa

La Giunta regionale approva un nuovo bando per sostenere i laboratori territoriali rivolti alle aziende dell’Emilia-Romagna per il triennio 2017-2019. I progetti devono essere presentati entro l’11 maggio

Bologna – Promuovere la cultura dell’innovazione responsabile e sostenere le imprese che vogliono contribuire a realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. La Giunta regionale ha approvato, per il triennio 2017-2019, un nuovo bando da 540 mila euro in attuazione della legge regionale sull’attrattività degli investimenti in Emilia-Romagna (n.14/2014) e in coerenza con gli obiettivi delineati nel Patto per il lavoro. Prosegue così l’impegno della Regione a sostegno delle politiche imprenditoriali di innovazione responsabile come strumento di qualificazione e competitività, attraverso la valorizzazione dei luoghi di apprendimento, confronto e scambio.
I fondi sono destinati ai laboratori territoriali per la responsabilità sociale d’impresa coordinati dal sistema degli enti locali e delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna, per rafforzare i processi di innovazione delle imprese che includano tra i propri obiettivi di sviluppo quelli contenuti nell’Agenda 2030.
I progetti dovranno essere presentati entro l’11 maggio 2017 e prevedere workshop, tavoli tematici, visite formative in imprese e seminari sui seguenti ambiti tematici: interventi per l’attuazione dell’Agenda 2030; reti di imprese per lo sviluppo del welfare aziendale nelle Pmi e per lo sviluppo di progetti di promozione della legalità e di un territorio socialmente responsabile; progetti di innovazione che intervengano sulla sostenibilità delle filiere e catene di fornitura e progetti finalizzati all’apertura delle Corporate Academy a destinatari esterni all’impresa, per favorire lo sviluppo di competenze diffuse sui temi dell’innovazione e sviluppo sostenibile.

I laboratori territoriali per la responsabilità sociale d’impresa
Sono stati avviati, a partire dal 2014, in tutte le nove province dell’Emilia-Romagna grazie ad un protocollo di collaborazione con Unioncamere e Province con l’obiettivo di offrire un supporto alle imprese che intendano sperimentare azioni innovative in grado di generare ricadute positive sia all’interno dell’impresa che per l’ambiente e la comunità in cui operano.
Le azioni realizzate in questi anni hanno coinvolto aziende, associazioni e università, attraverso iniziative di formazione e confronto delle migliori pratiche sui temi del welfare aziendale, della green economy, del volontariato di impresa e dei rapporti con il territorio.
Con questo nuovo bando la Regione si propone di ampliare la rete dei soggetti impegnati in azioni di promozione della responsabilità sociale, della legalità e dello sviluppo responsabile, incrementando le buone prassi e valorizzando il ruolo delle imprese emiliano-romagnole per il raggiungimento degli obiettivi fissati nell’Agenda 2030./BB

Bando e modulistica alla pagina: http://imprese.regione.emilia-romagna.it/rsi/doc/finanziamenti-aperti

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REGIONE EMILIA-ROMAGNA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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