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26 Agosto 2019

Imprese storiche

Tempo di lettura: 2 minuti


Da: Camera di commercio Ferrara

Govoni: “Senza queste imprese rischieremmo di vivere in un eterno presente senza radici nel passato e senza chiare aspirazioni di futuro”
Imprese storiche, prorogato al 30 settembre il termine per l’iscrizione al registro
Cento anni di ‘storia’ e ancora in attività: questi i requisiti per l’iscrizione
14 le imprese ferraresi già in possesso del prestigioso riconoscimento

E’ stato prorogato al 30 settembre prossimo il termine per l’iscrizione al Registro delle imprese storiche (14 le imprese ferraresi già in possesso del prestigioso riconoscimento), promosso dalle Camere di commercio d’Italia con l’obiettivo di riconoscere il giusto valore a tutte quelle imprese che, nel tempo, con entusiasmo, passione, inevitabili sacrifici, attaccamento all’azienda e forte responsabilizzazione sul lavoro non si sono arrese di fronte alle crisi, trovando nuove strade per ricominciare a correre senza però perdere la propria identità e traendo forza dai territori, dalla vitalità del tessuto sociale, dai legami comunitari, dalla partecipazione.

“Senza queste imprese – ha sottolineato Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara – per noi motivo di speranza per l’avvenire e punto di riferimento nell’affrontare le difficoltà e le incertezze che ci attendono, rischieremmo di vivere in un eterno presente senza radici nel passato e senza chiare aspirazioni di futuro. Le istituzioni servono anche a questo, ha proseguito il presidente della Camera di commercio: a trasmettere nel tempo i valori, le testimonianze, le conquiste delle generazioni che ci hanno lasciato il mondo in eredità. I numeri e le storie ferraresi che racconteremo Registro nazionale tratteggiano una rotta, evocano per Ferrara un’idea di futuro con solide radici nel presente”.

Possono candidarsi dunque – e ottenere così anche il logo appositamente predisposto da Unioncamere – tutte le imprese di qualsiasi forma giuridica operanti in qualsiasi settore economico, iscritte nel Registro delle imprese e ancora attive, con esercizio ininterrotto dell’attività nell’ambito del medesimo settore merceologico per un periodo non inferiore a 100 anni. Tale requisito temporale deve essere maturato al 31 dicembre del 2018. Le domande, da inviare alla Camera di Commercio di Ferrara, dovranno essere corredate da:
una breve relazione sulla vita dell’azienda dalla costituzione ad oggi, dalla quale si evinca, in particolare, la continuità storica dell’impresa;
copia della documentazione storica utile a dimostrare la data di avvio dell’attività o della costituzione, qualora queste non coincidano con quelle risultanti dalla visura camerale;
eventuale copia di pubblicazioni e/o documentazione storica, sulle origini e sulla storia dell’impresa.

Sarà inoltre particolarmente apprezzato ed utile – fanno sapere dall’Ente di Largo Castello – l’invio in formato elettronico, del logo o marchio attuale dell’impresa, riproduzioni di documenti storici (atti, fotografie d’epoca, disegni o rappresentazioni grafiche di marchi ecc.), corredate di didascalie (data o periodo, descrizione del documento o della fotografia ecc.).

La Camera di Commercio effettuerà verifiche sulle informazioni rese al fine di validarle da punto di vista storico-scientifico. I moduli per l’iscrizione al Registro si possono scaricare dal sito della Camera di Commercio www.fe.camcom.it o richiedere all’Ufficio Relazioni con il Pubblico (Largo Castello 6,http://urp@fe.camcom.it0532-783903-911).

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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