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Si può avere il coraggio di prendersi in carico la gestione di un santuario shintoista in Giappone? Si può essere accettati in questo oneroso impegno benché straniero ed occidentale?

Sembra proprio di si, almeno per Leonardo Marrone che, dopo aver studiato culture orientali, arte e letteratura del Giappone presso l’Università di Roma, ha deciso di vivere a Fukuoka. Insegnante di lingua presso il Centro Italiano, è il primo connazionale scelto come custode di un santuario shintoista in Giappone. Il santuario di Uga era alla ricerca del custode dopo la scomparsa del precedente avvenuta circa 3 anni fa. In questi anni nessuno era stato considerato adatto per questo compito. Marrone è stato scelto dopo due colloqui di selezione tenuti dal sindaco di Fukuoka, il direttore del santuario e i rappresentanti dei cittadini. I suoi compiti comprendono l’organizzazione delle cerimonie, la gestione del santuario, la pulizia dei locali sacri e i rapporti con i visitatori. Sono proprio questi ultimi che rendono il lavoro di Marrone interessante, come lui stesso ha dichiarato alla stampa giapponese, che pochi giorni fa ha pubblicato la notizia.
Il lato più curioso del suo nuovo lavoro, che condivide con la sua famiglia (la moglie e due figli di 3 e 7 anni), è proprio quello degli incontri giornalieri con gli anziani visitatori che gli raccontano storie e aneddoti del passato recente. Una raccolta di numerosi vissuti culturali che rendono il lavoro di Marrone sempre più importante: un custode della memoria. E proprio questa sua posizione privilegiata di custode gli permette di mantenere attive le relazioni fra le persone, il santuario e la Natura secondo i principi shintoisti.

Per ordine del feudatario il santuario Uga venne costruito nel 1732 a seguito di una disastrosa carestia. Questo santuario è assai famoso a Fukuoka per la presenza di una statua equina che rappresenta una divinità protettrice degli studenti che tentano le selezioni per le scuole superiori e l’università. Se lo studente riesce a mantenere l’equilibrio sulla statua del cavallo avrà buone possibilità di superare la selezione scolastica.
Sembra insignificante e ridicolo questo uso improprio di una statua di cavallo che invece interpreto, forse con troppa fantasia, come ricerca dell’equilibrio culturale: difficile da raggiungere e complicato da mantenere. Marrone è riuscito nel suo intento: la ricerca culturale e la trasmissione della sua formazione italiana. Saper ascoltare, custodire la memoria, dimostrare curiosità, sono azioni sempre più complicate. L’adattamento culturale è equilibrismo, è abilità nel destreggiarsi fra tradizione e mutamento, tra comprensione ed esclusione, senza spostare troppo il baricentro per non rischiare la caduta.

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Davide Bassi

È Professore di Paleontologia e Paleoecologia presso il Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Ferrara. Amando l’Arte si occupa di paleoecologia e sistematica delle comunità bentoniche fossili del Giurassico e del Cenozoico. La ricerca scientifica universitaria e l’Arte lo hanno indirizzato verso il Giappone dove è stato visiting professor presso il Tohoku University Museum (Institute of Geology and Paleontology, Graduate School of Science) e l’Università di Nagoya.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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