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Da: Ufficio stampa e comunicazione Cia – Agricoltori Italiani Ferrara

Con te!: il servizio civile con il progetto Inac-Cia ferrara
Scade il 28 settembre ed è dedicato a migliorare la vita quotidiana degli anziani dando loro un migliore
accesso ai servizi e alle attività formative e culturali

FERRARA – Si chiama Con Te! il progetto di Inac – Istituto Nazionale di Assistenza ai Cittadini di
Ferrara proposto nell’ambito del Servizio Civile volontario, un percorso dedicato alle persone
anziane, per migliorare l’accesso ai servizi sociali, formativi e culturali. Il patronato di Cia-Agricoltori
Italiani Ferrara, che da oltre trent’anni tutela gratuitamente i cittadini dal punto di vista
previdenziale e assistenziale, ha scelto di avvicinare due universi molto distanti: quello dei giovani
sempre più “smart” e quello degli anziani, che spesso hanno difficoltà di accedere ai servizi e non
utilizzano le nuove tecnologie. Un obiettivo importante, che non solo può facilitare la vita quotidiana
di persone con esigenze particolari, ma può arricchire entrambi dal punto di vista umano ed
esperenziale, come spiega Gianni Padovani, direttore Inac di Ferrara.
“Abbiamo scelto di proporre ai giovani volontari un percorso dedicato agli anziani perché il nostro
territorio è vasto e chi abita nelle zone rurali spesso fatica ad accedere ai servizi. Come ente che si
pone l’obiettivo di tutelare i cittadini, anche da un punto di vista assistenziale e sociale, pensiamo
che questo tipo di volontariato debba servire a colmare le distanze, a includere e avvicinare
attraverso strumenti e soprattutto relazioni umane. I ragazzi affiancheranno persone autosufficienti
non solo nella gestione dei piccoli problemi quotidiani e nella fruizione dei servizi di prossimità, ma li
accompagneranno alla fruizione di attività formative, ricreative e culturali. Perché ci sia un
arricchimento reciproco è necessario – continua Padovani – che il tempo sia condiviso pienamente e
vengano trasferite non solo competenze ma “storie”. Le persone anziane sono sempre contenitori di
preziose esperienze, che devono solo essere solo ascoltate. Immaginate, ad esempio, un volontario
che insegna a un “nonno” che magari fatica a spostarsi da casa o abita in zone distanti da centri
abitati, a consultare il proprio fascicolo sanitario on line, usando un pc o uno smartphone e,
viceversa, un anziano che spiega come si lavorava la canapa o racconta le lotte per i diritti nelle
campagne. Per il primo si tratta di un servizio utilissimo che gli consente un accesso immediato a
esami e documenti, per l’altro un patrimonio di conoscenza che non può trovare in un’aula
universitaria.
Faccio, dunque, un appello ai ragazzi ferraresi – conclude il direttore Inac Ferrara – che vogliono fare
un’esperienza unica e importante perché scelgano il nostro progetto. Cerchiamo quattro volontari che
saranno, dopo un periodo di affiancamento, impegnati per 1400 ore annuali, in orario diurno e per 5
giorni alla settimana (dal lunedì al venerdì), con possibile flessibilità degli orari a seconda delle necessità
delle persone assistite. Tutti i dettagli del bando, che scade il 28 settembre, e la modalità di
presentazione delle domande sono consultabili sul sito www.ferrara.cia.it e www.inac-cia.it”.
Per informazioni: Sara Mingozzi inac.fe@cia.it telefono 351-2709273 telefono

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CIA FERRARA


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

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05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

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Francesco Monini
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