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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Durante l’affollatissima inaugurazione della mostra-omaggio all’artista locale, Giglio Zarattini, il primo cittadino comacchiese Marco Fabbri nel pomeriggio ha preannunciato che sarà istituito il 6 dicembre prossimo il “Premio Giglio Zarattini”, iniziativa culturale, che ben si inserisce tra quelle volute per commemorare l’ex-sindaco a dieci anni dalla sua scomparsa. “Grazie a questa mostra – ha sottolineato Fabbri – conosceremo Giglio come artista, sindaco e come persona comune con ansie e dubbi. Credeva fortemente nell’arte, nel futuro e voleva che la sua Comacchio si aprisse al mondo.” La mostra, allestita al piano terra del settecentesco ex-ospedale degli Infermi con opere provenienti da collezioni private è stata inaugurata in presenza della mamma di Zarattini Luciana, della moglie Linuccia, del figlio Giuliandrea e di un pubblico numerosissimo. Al taglio del nastro hanno assicurato la loro presenza anche la presidente della Provincia Marcella Zappaterra, il Sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, il presidente dell’Ente di gestione per i parchi e le biodiversità – Delta del Po Massimo Medri, l’ex-sindaco Alessandro Pierotti, le autorità militari locali, oltre agli assessori e ai dirigenti comunali, rappresentanti della società civile e del mondo politico. Ancora una volta si è rivelata preziosa e proficua la collaborazione con gli studenti dell’Istituto di istruzione secondaria “Remo Brindisi” del Lido degli Estensi, guidati dal dirigente scolastico reggente prof. Massimiliano Urbinati e dalla sua vice prof.ssa Carla Castaldi, per la cura degli aspetti legati al cerimoniale e all’accoglienza dei numerosi ospiti. Dalla mostra, aperta sino al 27 ottobre prossimo, emerge la figura di “un artista equilibrista – ha commentato il sindaco Marco Fabbri – sospeso tra responsabilità civile e politica e poesia.” L’idea della mostra dedicata a Giglio Zarattini nel decennale della scomparsa è nata 10 mesi fa, quando erano in fase di ultimazione i lunghi lavori di restauro, che hanno interessato il settecentesco ex ospedale degli Infermi ed è stata da subito condivisa con la famiglia dell’artista. “Si è pensato all’ex-ospedale – ha precisato il sindaco Fabbri -, perché questo è il luogo centrale, simbolico di Comacchio. Tutti i sindaci ci hanno lavorato intensamente, lasciandoci un pezzo di vita istituzionale.” Ringraziando Alessandra Felletti e Andrea Samaritani, curatori della mostra e tutti i dipendenti comunali per mesi impegnati giorno e notte per restituire il museo alla comunità, il Sindaco Fabbri ha anche ribadito che “si sta lavorando con tutte le Istituzioni e con la Soprintendenza perché il patrimonio archeologico torni qui e si integri con quello cittadino.” Il saluto che ha preceduto la visita alla mostra è stato quello della presidente della Provincia Marcella Zappaterra, la quale, rinnovando “i ringraziamenti all’Amministrazione Comunale e a tutti coloro che hanno collaborato per la realizzazione dell’evento” ha posto l’accento sul fatto che “oggi si arricchisce il nostro patrimonio culturale e museale.” Zappaterra ha avuto poi parole di stima e riconoscenza per Giglio Zarattini, rilevando che “ce lo ricordiamo tutti, sempre disponibile a tutte le ore, come sindaco al servizio di una comunità che amava e che ha servito con grande senso di responsabilità.”

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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