Skip to main content

Da: Elisabeth Occhi del Laboratorio Artigiano di Ceramica Pachamama

Il Laboratorio Pachamama è una piccola realtà di Ferrara che nell’antica arte della ceramica ha scoperto uno spirito nuovo e fresco. Le creazioni sono oggetti funzionali e decorativi straripanti di figure buffe, animaletti di ogni foggia, che mostrano una natura animata dalla dolcezza di una fantasia dimenticata. Una trama di creazioni uniche anima tutte le fasi di lavorazione: dal progettare la terra semi refrattaria al decorarla a smalti o ingobbi, fino al cuocerla nei forni ad altissima temperatura (1200°C). Siamo legati saldamente alla materia e alla sua manipolazione, amiamo trasformare il nostro mondo interiore in creazioni giocose e incantate

«Gli oggetti non sono meri oggetti, ma sono portatori di informazioni storiche e biografiche: la storia del
design è la narrazione di una società che li esprime e di una cultura che li elabora»
Andrea Branzi – Designer.
In occasione della Festa del Lavoratori del 1° maggio 2020 ore 18, inaugura sul web “Autoritratti – Storie di Oggetti”, una mostra virtuale che vuole raccontare, attraverso i propri oggetti, gli artigiani e i maestri d’arte dell’alto artigianato nazionale. Nata da Fondo Plastico, realtà imprenditoriale che si occupa da diversi anni di promuovere e valorizzare l’Alto Artigianato, come idea nei primi giorni di emergenza da COVID-19, l’iniziativa vuole essere un’azione concreta per dare voce ai tanti artigiani e Maestri d’Arte, in un periodo in cui l’emergenza Coronavirus ha visto cancellare tantissime iniziative dedicate al mondo dell’Alto Artigianato italiano e così come molti laboratori e “botteghe” artigiane sono state costrette a chiudere alcune delle quali ora, a distanza di più di un mese, stanno ancora aspettando di riaprire. “Noi di Fondo Plastico” – afferma Federica Preto, curatrice della mostra – “abbiamo pensato che dovevamo fare qualcosa per dare voce e visibilità ai tanti artigiani e Maestri d’Arte della nostra penisola”. All’invito hanno risposto una cinquantina di realtà professionali tra Maestri d’arte, designer ed artieri provenienti da tutto il territorio nazionale. Ad ognuno è stato chiesto di raccontare una propria opera a livello emozionale: attraverso di essa il visitatore potrà immergersi e riconoscere la sensibilità e la passione dell’artefice che l’ha realizzata. Ogni oggetto è custode di una storia che deve essere scritta e raccontata, e rappresenta il suo vero valore immateriale. “Per chi ci conosce sa che il racconto “– continua Federica Preto – “è sempre stato il filo conduttore delle nostre iniziative. In questo particolare momento storico siamo tutti chiamati a riflettere e scrivere nuove narrazioni per dare Valore al nostro lavoro.” I racconti volutamente sono stati scritti in prima persona, per avvicinare maggiormente chi li legge: essendo una mostra virtuale, in mancanza di uno spazio fisico, si deve comunque cercare di creare una relazione di empatia con chi visiterà la mostra e magari, creare quella curiosità che potrà portare a una conoscenza più approfondita dell’autore. L’opera in questo modo diviene l’”autoritratto” di chi l’ha creata, elemento di narrazione e conoscenza. L’oggetto artigianale racchiude in se una storia e questa deve venire raccontata e valorizzata. L’Artigiano è custode di quel Saper fare autentico ed ambasciatore di una cultura territoriale specifica che, attraverso l’oggetto (l’opera) viene espressa e, se raccontata, può diventare cultura del proprio territorio.
I Maestri d’Arte, designer e artieri che selezionati ed esporranno alla mostra sono: Adriano Pernigotti (VI), Alberto Alunni (PG), Alex Pellegrino (BR), Alfredo Gioventù (GE), Angela Simone (MI), Arsine Nazarian (VE), Stefano Facchini (TV), AV Metal (NU), Barbara Uderzo (VI), Bhumi Ceramiche (AV), Carolina Nigro (RM), Cautero Creazioni (UD), Ceramiche Gori (Castelfiorentino FI), Cristina Busnelli (VI), Demis Martinelli (CR), Fabio Guerra (VI), Floriana Palmieri (SO), Gabriele Vazzoler (TV), GioLelli (RM), Giuliana Collu (CA), Giuliano Negretto (VI), Impronte Gioielli (TN), Monica Martin (VE), La Bottega Verde Ramina (AP), Annapia Scogliani (Parigi), Elisa Betti (CO), Lidia Marti (CU), L’officinadi Luca (PG), Lou Arteceramica (VI), Manifatturerranti (RM), Marchea (TV), Maria Giovanna Zannini (BL), Massimo Ballarin (VI), Massimo Doretto (VE), Matteo Seguso (VE), Maurizio Vazzoler (TV), Nicola Tessari (VI), Pachamama (FE), Pietro Virzi (MI), Pol (VI), Roberta Risolo (LE), Rossana Rossetto (VE), Sundari – Sabrina Bianco (TV), Sabrina Pandin (TV), Scricciolo di Marani Carlo (VR),Sergio Innocente (BL), Sigolo Gioielli (MI), Terra & Tela (MI), TerzaForma (RO), Theo Design (TV).
La mostra resterà aperta fino al 31 maggio 2020 nel sito www.arcadeitalenti.com . Per tutta la durata della mostra saranno organizzati incontri con gli artisti via web. Durante l’esposizione virtuale il visitatore potrà votare l’opera preferita: l’autore dell’opera più votata riceverà in premio la possibilità di realizzare un video professionale sulla sua attività. Inoltre, grazie a Beniculturalionline, media partner dell’iniziativa, ogni partecipante avrà la sua scheda all’interno del loro sito, dove potrà raccontare il proprio laboratorio e il proprio luogo, diventando così attrattore per il territorio specifico. La mostra è ideata da Fondo Plastico, in collaborazione con Arca dei Talenti. Partner dell’iniziativa sono Beniculturalionline, Oasis srl e Fenster Laboratori di Thiene (VI). La realizzazione della parte multimediale è a cura di Fabbrica Lumière (Asolo – TV).

tag:

Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it