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La misura decisa dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in relazione al peggioramento del quadro epidemiologico.
Annullati in tutta la provincia i grandi eventi con pubblico e gli spettacoli pubblici per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, all’insegna della massima tutela della salute pubblica. A Ferrara l’incendio del Castello estense avverrà senza la presenza di pubblico ed il centro storico sarà presidiato dalle Forze di Polizia, Polizia locale e addetti alla vigilanza privata, che consentiranno ingressi selettivi per residenti e clienti di ristoranti e alberghi, evitando così pericolosi assembramenti. Per tutti, uso della mascherina anche all’aperto. Sono queste le principali misure in vista dei festeggiamenti di fine anno decise oggi dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal Prefetto di Ferrara Rinaldo Argentieri.
Le decisioni del Comitato sono state unanimemente ritenute necessarie alla luce del quadro  epidemiologico aggiornato fatto stamane dalle Autorità sanitarie, da cui è emerso un progressivo peggioramento dell’andamento dei contagi anche nella provincia estense, con conseguente aumento della pressione sulle strutture ospedaliere.
Il Prefetto ha voluto esprimere il proprio apprezzamento per la piena condivisione di tali decisioni da parte dei rappresentanti delle Forze dell’ordine e degli Enti Locali, Comune di Ferrara in primis, rappresentato dal Vicesindaco Lodi, e Provincia, rappresentata dal neopresidente Padovani. Dispositivo analogo sarà adottato a Comacchio, con l’annullamento del previsto spettacolo musicale nel centro storico ed il mantenimento dei soli fuochi artificiali, con restrizioni in linea con quelle previste nel capoluogo Nel summit tenuto in Prefettura è stato, inoltre, deciso che le Forze dell’ordine, in collaborazione con le Polizie locali, svolgeranno azioni mirate per evitare in tutto il territorio provinciale lo svolgimento di feste abusive.

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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