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da: Movimento 5 Stelle Regione Emilia-Romagna

Giulia Gibertoni chiede alla Giunta un impegno concreto sul fronte dei controlli dopo l’avvio dell’inchiesta della Procura di Modena sulla ricostruzione di alcuni edifici pubblici dopo il sisma del 2012.

“Solo pochi giorni fa il presidente Bonaccini sosteneva come l’Emilia, per quanto riguarda la gestione del post-sisma, fosse lontana anni luce da quanto fatto a L’Aquila. Ma il balcone crollato a L’Aquila è ancora nella mente di tutti noi, mentre anche nella Bassa modenese si avvia un’inchiesta sul probabile utilizzo di materiali scadenti che getta ombre inquietanti su una parte della ricostruzione pubblica. L’interrogativo da porsi è se la Regione sia davvero in possesso di tutti gli strumenti possibili per cercare di prevenire situazioni come quelle che stanno emergendo in queste ore. Non si può continuare a delegare alla magistratura il compito di controllare e vigilare. Sono le istituzioni a dover garantire in primo luogo il completo rispetto della legalità”. È questo il commento di Giulia Gibertoni riguardo all’inchiesta sul cemento depotenziato utilizzato per la costruzione di edifici dopo il terremoto del 2012. “Se le indagini dovessero confermare quanto emerso in queste ore crediamo che la Regione non possa in nessun modo stare alla finestra a guardare – spiega Giulia Gibertoni – Visto che uno degli edifici pubblici dove il cemento depotenziato potrebbe essere stato utilizzato è una scuola, chiediamo che la Giunta si faccia carico fin da subito di avviare una serie di controlli su tutti gli stabili pubblici ricostruiti dopo il terremoto nell’area del cratere originaria. Oggi la struttura Commissariale dispone di personale e risorse qualificate per portare a termine questo lavoro e quindi crediamo che non si debba aspettare nemmeno la fine dell’inchiesta della Procura di Modena per avviarla. Anche sul fronte dei controlli, poi, è necessario un cambio di passo, estendendoli alla totalità dei cantieri e non solo a un limitato campione. Diversamente, vorrebbe dire che il caso Bianchini non ha insegnato nulla”.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

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Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

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