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Da: Rifondazione Comunista Ferrara
Giovedì 16 maggio alle ore 18.30 si terrà presso il Consorzio Grisu’, in via Poledrelli n.21 a Ferrara (nel la sala macchine) un incontro/dibattito denominato “Un’Europa antifascista”, con alcuni dei candidati alle elezioni europee del 26 maggio, nel collegio Nord Est.
Dopo un’introduzione della segretaria del PRC di Ferrara Stefania Soriani, ne parleremo con i candidati de “La Sinistra”: Adelmo Cervi, Chiara Mancini e Mauro Collina.
Al termine del dibattito ci saranno alcuni canti del Coro delle mondine di Porporana ed un aperitivo nel limitrofo Hangar Birrerie.
Adelmo Cervi, è nato a San Paolo D’Enza il 24 agosto 1943 da Verina Castagnetti e Aldo, quest’ultimo è il terzogenito dei sette fratelli Cervi fucilati dai fascisti a Reggio Emilia il 28 dicembre 1943. Adelmo porta avanti la memoria della sua famiglia e della Resistenza Italiana attraverso l’impegno politico e sociale a favore della Costituzione Antifascista e della tutela dei più deboli. Ha raccontato l’esperienza del padre partigiano nel bestseller “Io che conosco il tuo cuore”, pubblicato da Piemme Editori nel 2014.
Chiara Mancini, è nata a Forlì nel 1994, laureata in Economia e Commercio con una tesi che approfondisce le ragioni della contrarietà agli accordi commerciali, CETA e TTIP.Laureanda al corso di laurea “Management dell’economia sociale”. Segretaria della Federazione di Forlì di Rifondazione Comunista, si occupa di doposcuola popolare per studenti e corsi di lingua italiana rivolti alle donne straniere. E’ candidata alle elezioni amministrative con “L’alternativa per Forlì”.
Mauro Collina, è nato a Bologna nel 1955 quando era sindaco Giuseppe Dozza, il sindaco della Liberazione, della lotta partigiana viene fatto partecipe sin da bambino dai racconti del nonno, operaio, ferroviere, comunista e partigiano. Mauro ha collaborato alla nascita del Dipartimento Nazionale Antifascismo di Rifondazione Comunista. Si è sempre dedicato ad attività concrete nel campo della solidarietà internazionale interessandosi ai problemi dell’immigrazione e dei diritti umani.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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