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Da: Confindustria Emilia

Confindustria Emilia ospite di Confartigianato Ferrara

Gian Luigi Zaina, Giuseppe Vancini e Guido Montanari si sono incontrati in un clima informale e collaborativo confermando la sintonia sui principali temi economici del territorio.

Nei giorni scorsi, presso la sede di via Veneziani, si sono incontrati il segretario generale e il presidente di Confartigianato Ferrara, Giuseppe Vancini e Guido Montanari, e il vicepresidente di Confindustria Emilia Gian Luigi Zaina.

Durante l’incontro sono stati affrontati e discussi alcuni tra i principali temi di interesse per le imprese, quali la centralità delle aree industriali e dei centri artigianali per lo sviluppo e l’attrattività del territorio, la formazione e i rapporti con la scuola e le università, la burocrazia e i rapporti con la pubblica amministrazione e, non ultimi per importanza, i temi delle infrastrutture stradali e “informatiche” e il credito per la piccola e media impresa.

Sono stati inoltre approfonditi in maniera specifica argomenti che le associazioni reputano di viva attualità e strategici per il futuro quali ad esempio: l’importanza delle filiere e della collaborazione sempre più articolata che deve esistere all’interno del sistema produttivo nelle catene di fornitura; la necessità di lavorare insieme un “progetto culturale” mirato ad azioni di orientamento dei giovani (in particolare su famiglia e scuole medie inferiori) per contribuire a ridare il giusto valore al lavoro manuale, compendiando nella figura professionale del “Digital Maker” le abilità del lavoro manuale con le conoscenze dell’epoca digitale.

I vertici associativi erano accompagnati, rispettivamente, dal vicesegretario generale di Confartigianato Ferrara Paolo Cirelli e da Giacomo Pirazzoli, responsabile di territorio per Ferrara di Confindustria Emilia.

L’incontro si è svolto in un clima informale e collaborativo confermando la storica vicinanza tra le associazioni e la comunanza di pensiero sui principali temi economici del territorio.

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Riceviamo e pubblichiamo


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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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