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Sono anni che Franco Simone parla di un disco con le canzoni di Tenco: finalmente il 21 marzo scorso l’ha pubblicato, è “Franco Simone canta Luigi Tenco”. Non certo in un giorno a caso: si tratta della data scelta dall’Unesco per la giornata mondiale della poesia, in occasione dell’equinozio di primavera, e anche della data di nascita del grande cantautore, 21 marzo 1938.
Franco Simone racconta: “Dall’inizio della mia carriera rimando questo appuntamento musicale, che da sempre sapevo che sarebbe arrivato! Era “Quando” di Tenco il primo 45 giri che acquistai. Era ancora di Tenco la prima canzone-modello che mi fece ascoltare il maestro Ezio Leoni, mio primo produttore discografico, come lo era stato anche di Tenco. Il brano era “Ho capito che ti amo”. Adesso, per cantare tutte queste perle musicali, non ho fatto alcuna fatica. Le ho cantate tutte una volta sola, con grande emozione. Me le sono sentite addosso come abiti che non avevano bisogno di alcuna correzione”.
carissimo luigi
L’album contiene dieci canzoni di Tenco, una di Fabrizio de Andrè e “Carissimo Luigi”, l’omaggio scritto da Simone a completamento dell’opera. Quest’ultimo brano, arrangiato con taglio sinfonico, esalta la struggente e virale interpretazione del cantante salentino, con un finale vocepiano che tocca corde emotive di rara sensibilità: “Presto, te ne sei andato via troppo presto, lasciandoci sperduti in questo mare in cui tu navigavi con il cuore, ma noi quaggiù, tra vivere e morire, noi non sappiamo da che parte andare, perché ancora non sappiamo amare…”.
Il brano di De Andrè è “Preghiera in gennaio”, scritto dal cantautore ligure dopo avere reso omaggio alla salma di Tenco. Si tratta di un tributo interpretato con laica passione da Simone e arrangiato da Alex Zuccaro, capace di unire gli archi al suono evocativo della fisarmonica. In questa canzone l’artista supplica Dio di accogliere l’amico suicida, chiedendo che sia ascoltata “la sua voce che oramai canta nel vento”. Il testo è liberamente ispirato a “Prière pour aller au paradis avec les ânes”, di Francis Jammes, un poeta francese dei primi del Novecento, di cui Georges Brassens musicò e interpretò una poesia tratta da “De l’Angelus de l’aube à l’Angélus du soir”.

Franco Simone. Foto di Roberto Micoccio
Franco Simone. Foto di Roberto Micoccio

Simone si immerge nel mondo di Tenco e lo fa suo con un coinvolgimento tale da creare un’aura di originalità alle canzoni, come nel caso di “Vedrai vedrai”, arrangiata da Zuccaro con una ritmica pop, perfetta per la vocalità di Franco.
“Tu non hai capito niente” ci riporta all’atmosfera del night, adatta per sottolineare le schermaglie amorose di cui parla il testo, mentre “Io si” trova nel tango il ritmo giusto per una storia di sottile e delicato erotismo.
“Lontano lontano” è una perla per il repertorio di qualsiasi artista, così come “Se stasera sono qui” e “Mi sono innamorato di te”, canzoni che Franco interpreta con convinzione, emozionando chi le ascolta.
In “Un giorno dopo l’altro”, l’arrangiamento di Zuccaro alterna il sax alla voce di Franco, riproponendo l’accompagnamento al pianoforte della versione originale. Di questo brano Tenco aveva inciso anche una versione in francese e una in spagnolo, il 45 giri fu infatti pubblicato anche in Francia e Argentina, dove ebbe il successo che meritava. La canzone fu scelta come sigla della serie televisiva, “Le inchieste del commissario Maigret”, con Gino Cervi nel ruolo del commissario parigino. Il testo, più che mai attuale, sembra descrivere le difficoltà che i giovani vivono in questo periodo: “E gli occhi intorno cercano quell’avvenire che avevano sognato ma i sogni sono ancora sogni e l’avvenire è ormai quasi passato…”.
“Angela” è proposta come canzone popolare, con improvvise accelerazioni di musica e voce, soluzione perfetta per drammatizzare un addio imprevisto: “Angela, Angela, angelo mio, io non credevo che questa sera sarebbe stato davvero un addio…”.

Franco Simone. Foto di Roberto Micoccio
Franco Simone. Foto di Roberto Micoccio

“Ciao amore ciao” fu l’ultimo brano cantato da Luigi Tenco in quel triste Festival di Sanremo del 1967, Franco reinterpreta la prima parte dell’inciso, quasi fosse un saluto al cantautore ligure, senza accompagnamento musicale e con una percepibile “nebbia emotiva”.
“Ho capito che ti amo” rappresenta la sintesi di quest’omaggio, realizzato da un artista sinceramente “innamorato” di Tenco, della sua purezza e originalità.
Ascoltando il disco ci si rende conto delle innumerevoli sfumature e dell’universalità dei sentimenti “disegnati” da un ragazzo scomparso a soli 29 anni. Il merito di Franco Simone è adattare le canzoni alla sensibilità dei giorni nostri, non facendone una questione di voce, ma soprattutto di cuore. Una lode la dedichiamo agli ottimi musicisti che hanno suonato i dodici brani: il polistrumentista e arrangiatore Alex Zuccaro, il chitarrista Adriano Martino e il sassofonista Raffaele Catalano.

Guarda il video ufficiale di “Carissimo Luigi”, regia di Giuseppe Pezzulla

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William Molducci

È nato a Forlì, da oltre 25 anni si occupa di giornalismo, musica e cinema. Il suo film “Change” ha vinto il Gabbiano d’argento al Film Festival di Bellaria nel 1986. Le sue opere sono state selezionate in oltre 50 festival in tutto il mondo, tra cui il Torino Film Festival e PS 122 Festival New York. Ha fatto parte delle giurie dei premi internazionali di computer graphic: Pixel Art Expò di Roma e Immaginando di Grosseto e delle selezioni dei cortometraggi per il Sedicicorto International Film Festival di Forlì. Scrive sul Blog “Contatto Diretto” e sulla rivista americana “L’italo-Americano”.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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