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Da: Organizzatori
Fa piacere constatare che da più parti – e non solo in ambito locale – iniziano a giungere attestazioni di sostegno alla lungimirante politica dell’Università di Ferrara di questi ultimi anni, che ha portato il Nostro Ateneo ad avere la maggiore crescita di immatricolazioni di Studenti in termini percentuali dell’intero panorama universitario italiano, anche grazie all’apertura dei numeri chiusi, tanto che ormai a questo riguardo a livello nazionale si parla di “modello Ferrarese”, facendo in modo particolare riferimento alla proposta del Rettore Giorgio Zauli di avviare una sperimentazione per l’accesso programmato alla Facoltà di Medicina, allargandolo a 600 Studenti, e nel contempo per sostituire i tanto discussi test d’ingresso con un percorso didattico strutturato ad hoc per valutare la predisposizione e le competenze degli Studenti, sottraendola in questo modo al “terno al lotto” dei quiz.
Tra gli ultimi interventi di sostegno si nota quello in cui il segretario provinciale del PD Luigi Vitellio, invita i Sindacati, il Comune e l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio di fare una “riflessione corale” insieme agli Studenti e all’Università per appunto sostenere la politica dell’Università di Ferrara.
L’intervento di Luigi Vitellio fa particolarmente piacere, dal momento che poco più di un anno fa era sicuramente tra i più scettici riguardo la politica intrapresa dal Nostro Ateneo, ricordo in tal senso alcuni titoli del tipo “Emergenza alloggi, Vitellio: Unife ha reso un’opportunità un’emergenza” oppure dichiarazioni come “la situazione attuale, scaturita dalla “decisione di abolire il numero chiuso per alcune facoltà, ha generato un grosso malcontento sia da parte delle matricole stesse che delle loro famiglie, costrette alla frenetica ricerca di immobili sfitti”.
È indubbio che una crescita di tali proporzioni ha comportato alcuni disagi, ma molti sono stati gli aspetti positivi, non ultimi – è inutile sottolinearlo – il deciso incremento dell’indotto economico.
L’Università da parte sua non è arrivata impreparata ad affrontare la sfida – ormai vinta – di essere diventata un Ateneo di grandi dimensioni (oltre 20.000 studenti iscritti). Basti pensare al grande impegno profuso nella direzione del sostegno al Diritto allo Studio, contando in tal senso sulla fattiva collaborazione con l’ERGO, l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio, e sul piano della didattica, facendo importanti investimenti nella direzione della digitalizzazione e dell’applicazione delle nuove tecnologie nella prassi didattica, come sta a dimostrare il Se@ – il Centro di tecnologie per la comunicazione, l’innovazione e la didattica a distanza – divenuto un centro di eccellenza, che consente agli Studenti di seguire le lezioni in streaming e di produrre materiali didattici innovativi, un servizio che poche Università in Italia possono vantare.
L’Università è un patrimonio di Tutti e per questo è fondamentale che si consoli ulteriormente il dialogo e la condivisione con tutti quanti, a cominciare dalle Istituzioni locali, affinché possa esprimere al meglio le sue notevoli potenzialità, non solo sul piano della didattica, ma anche della ricerca.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


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di Piermaria Romani

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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