Skip to main content

Il prossimo Presidente Usa potrebbe essere una donna forte, con una carriera importante e nello stesso tempo moglie e madre, oppure un misogino che si distingue per il suo maschilismo e sessismo. Ecco la dicotomia che ha spinto gli organizzatori di Internazionale a guardare alle elezioni americane attraverso gli occhi delle donne, con “Decidono le donne. La candidatura di Hillary Clinton e la questione femminile in America”. Per parlarne, domenica mattina al Teatro Comunale di Ferrara, Katha Pollit, femminista che nel suo ultimo libro si è occupata della questione dell’aborto negli Stati Uniti, Rebecca Traister, autroce di “All the single ladies”, e la giornalista femminista italiana Ida Dominijanni.

102_3484

Tutte d’accordo sul fatto che lo scontro in atto in vista delle prossime elezioni è una battaglia fra due anime del paese, fra due idee diverse di cosa sono e dovrebbero essere gli Stati Uniti. Secondo Katha, per esempio, proprio l’aborto è “un tema esplosivo”, uno “spartiacque”. Da una parte lo schieramento riformista, che vede l’aborto come una possibile scelta che “una donna americana su tre potrebbe affrontare prima della menopausa”, con “il diritto di scegliere in piena libertà del proprio corpo, senza chiedere il permesso al padre del feto”. Dall’altra chi vuole frapporre più ostacoli possibile all’aborto perché questa libertà di scelta “fa impazzire persone che non vogliono l’uguaglianza fra uomini e donne” e pur di ottenere il proprio scopo la destra estremista cristiana americana si affida a un uomo come Trump che spesso “dice cose che con Gesù non hanno nulla a che fare”.
Per Ida Dominijanni la contrapposizione Clinton-Trump in realtà non ha nulla di strano: “in America come in altre parti del mondo si tratta di un movimento di reazione del maschilismo patriarcale proprio perché siamo in un momento di grande espansione delle libertà femminili”. Rebecca Traister le fa eco: “Trump esiste perché esistono Hillary e Obama, prima di lei: è l’incarnazione dell’America bianca e maschilista che vorrebbe continuare a reprimere parti della società, le donne e i neri, che in questi anni hanno raggiunto posizioni di potere”.

Sicuramente le americane sono convinte che Hillary farà molto, dal punto di vista delle politiche sociali e di sostegno al reddito, per aiutare le donne single, madri o meno, che sono sempre di più in America. Per questo la difendono anche quando Ida critica le sue scelte come donna, soprattutto quella di salvare il proprio matrimonio e recitare la parte della moglie devota ai tempi del sex gate che ha coinvolto suo marito e di sfruttare poi il fatto di essere un e first lady per costruirsi una carriera politica.
Kata, molto pragmaticamente, afferma: “ragazze dobbiamo prenderci quello che possiamo” e resta il fatto che Hillary è la prima donna a bussare alla porta della Casa Bianca. Se per arrivare alla stanza ovale ha prima dovuto passare per quelle della first lady, does it matter?
Per Rebecca è un processo che ha già avuto luogo in passato: “il primo ingresso delle donne nei posti di potere è sempre avvenuto grazie a quello che io chiamo potere prossimale, cioè per il fatto di essere mogli o vedove di potenti. È il beneficio delle prime volte: le porte si allargano e le strade si spianano. Hillary ha fatto breccia e dopo di lei verranno donne che non sono partite dall’essere mogli, in realtà sta già accadendo”.

Eppure Hillary continua a non convincere del tutto parte del movimento femminista proprio perché, come sottolinea Dominijanni, agisce in un certo senso rispettando i ruoli di genere tradizionali: moglie e madre devota quando è nel ruolo della donna, mentre “si virilizza quando si trova nella competizione politica”. E qui si accende un dibattito che avrebbe meritato almeno un’altra ora, perché Ida si chiede se sia “possibile impadronirsi del potere senza fare una critica del potere al maschile” e pensa che la vera scommessa del femminismo sia andare al potere non virilizzandosi, ma portando la propria cifra specifica. Kata, invece, sostiene che “molte delle qualità che attribuiamo al femminile hanno a che fare con le strategie per affrontare la mancanza di potere. Se le donne avessero lo stesso potere sociale ed economico degli uomini, non sappiamo come sarebbero perché vivremmo in un mondo diverso, che siamo ancora molto lontano dal raggiungere”.
In conclusione il messaggio è: arriviamo nei posti chiave, ogni donna decida come.

tag:

Federica Pezzoli


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
I
 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

1
2
3
4
5

Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

1
2
3
4
5

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

Tutti i contenuti di Periscopio, salvo espressa indicazione, sono free. Possono essere liberamente stampati, diffusi e ripubblicati, indicando fonte, autore e data di pubblicazione su questo quotidiano.

Francesco Monini
direttore responsabile


Chi volesse chiedere informazioni sul nuovo progetto editoriale, può scrivere a: direttore@periscopionline.it