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Da: Interno Verde

Interno Verde, il festival dedicato ai più suggestivi e curiosi giardini di Ferrara, lancia per Natale un’idea regalo all’insegna della sostenibilità e del riciclo

L’associazione Ilturco, che dal 2016 ha ideato e cura la manifestazione, ha deciso di riciclare le vecchie mappe in pvc utilizzate per allestire l’infopoint e di affidare questo materiale alla creatività del collettivo C2H4n, che ha saputo trasformare i grandi teli di plastica in una collezione di shopper dedicate alla città. Pratiche e impermeabili, adatte ad ospitare al proprio interno tablet e pc, ogni borsa è un pezzo unico: rappresenta le strade e le piazze di Ferrara e si contraddistingue grazie alla grafica e ai colori delle varie edizioni del festival.
“Già da tempo avremmo voluto impiegare in modo virtuoso le vecchie mappe di Interno Verde”, spiegano gli organizzatori. “Il pvc è un materiale davvero resistente e funzionale, ed era un peccato che restasse inutilizzato in magazzino. L’incontro con Ginevra Scipioni e Filippo Marani, del collettivo C2H4n, ci ha permesso finalmente di dare nuova vita a questo prodotto”. I ragazzi – studenti dell’Isia di Urbino – hanno personalmente progettato, tagliato, cucito e realizzato le shopper, abbinando al pvc una cinghia regolabile e agganciandola al tessuto con dei robusti moschettoni metallici, normalmente usati per le slackline.
“Ci è sembrata una bella idea proporre questo accessorio per Natale. Regalare la shopper di Interno Verde significa sicuramente sorprendere le persone a cui si vuole bene con un dono utile e originale, ma non solo. Significa anche sostenere attivamente l’associazione, aiutarla a superare questo momento di stasi affinché nella bella stagione si possano nuovamente organizzare appuntamenti ed eventi per scoprire la bellezza e l’unicità del capoluogo estense”.
Il contributo consigliato è di 25 euro: dentro alla shopper si troverà in omaggio il libro di Interno Verde 2020, con le fotografie a colori e le descrizioni dei 70 giardini eccezionalmente aperti a settembre.
Per maggiori informazioni, per scegliere e prenotare la propria borsa preferita – che si potrà ritirare in via del Turco 39 a Ferrara, presso la sede dell’associazione – basta telefonare o scrivere su WhatsApp al numero 3391524410.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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