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Da: Gruppo Partito Democratico

Premesso che

• il complesso sportivo denominato Palasilver e dedicato al pattinaggio su ghiaccio sito in Ferrara in via Beethoven ha riaperto al pubblico nei giorni scorsi, dopo anni di chiusura dovuta a difficoltà economiche del gestore e a un incendio che ne ha messo a rischio la funzionalità e la staticità;

• anni di forzata chiusura hanno acuito il degrado di questo immobile realizzato da privati a seguito di una convenzione con il Comune di Ferrara che ha concesso in diritto di superficie il terreno, e che quindi la sua riapertura va comunque letta come un segnale importante per il movimento sportivo ferrarese e per il quartiere (che grazie agli sforzi della precedente amministrazione ha già visto negli ultimi anni riqualificato il complesso natatorio Beethoven e soprattutto completato il recupero del complesso ex PalaSpecchi con la nascita De Le Corti di Medoro);

• la riapertura del complesso è avvenuta in periodo di piena emergenza Covid-19, con Ferrara inserita dagli ultimi Dpcm in zona arancione o rossa a seconda delle giornate, e che quindi in rispetto a quanto previsto le strutture e gli impianti sportivi risultano chiusi e ulteriori divieti riguardano gli spostamenti dei privati cittadini.

Considerato che

• la gestione del PalaSilver da quanto si legge dalla stampa è stata affidata alla società Engievents srl gestita da Lara Camanzi, responsabile del settore sport di Fratelli d’Italia e la riapertura è stata entusiasticamente salutata dall’Assessore Alessandro Balboni di Fratelli d’Italia, mentre non ci risulta una comunicazione ufficiale nè da parte del Sindaco, nè da parte dell’Assessore allo Sport Andrea Maggi, nè da altri membri dell’Amministrazione Comunale;

• la riapertura in piena fase emergenziale rossa e arancione ha da subito suscitato dubbi e perplessità nella cittadinanza e nell’associazionismo sportivo cittadino che ha inviato un esposto a Prefetto, Questore e Sindaco;

• il giorno 24 dicembre 2020, a seguito di una segnalazione, la Polizia locale è intervenuta facendo chiudere il Palasilver, contestando il mancato rispetto delle misure emergenziali;

• i gestori invece affermano di essere non solo in regola (sostenendo che la loro attività si può configurare come “spettacolo viaggiante all’aperto” e che la struttura non è una struttura coperta) ma di aver ricevuto regolari permessi per la riapertura dall’Amministrazione comunale;

• qualsiasi struttura che riapre dopo anni di chiusura e soprattutto dopo un incendio che potrebbe averne compromesso l’agibilità dovrebbe essere in regola e dovrebbe essere collaudata da un punto di vista statico e impiantistico.

Si chiede, quindi, al Sindaco e all’Assessore competente

• se fossero a conoscenza della riapertura del Pala Silver, salutata con soddisfazione dall’Assessore Alessandro Balboni;

• se siano state presentate regolari domande per la ripresa delle attività;

• se la struttura sia in regola, con particolare riferimento alla normativa antincendio e quella relativa al pubblico spettacolo.

Si chiede risposta scritta.

I Consiglieri comunali PD

Francesco Colaiacovo

Ilaria Baraldi

Davide Bertolasi

Anna Chiappini

Caterina Ferri

Deanna Marescotti

Simone Merli

Aldo Modonesi

Mauro Vignolo

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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