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Da: Gruppo Consiliare PD
 

 

 

Premesso
Che dagli operatori sanitari del Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara,
da diverso tempo, anche per conto delle loro rappresentanze sindacali, giungono denunce
sull’organico del personale, valutato come insufficiente a far fronte non solo all’afflusso di utenti,
ma soprattutto dall’aumento importante dei pazienti in “boarding” i quali attendono il posto letto e
permangono in barella per ore e a volte giorni;

Che i pazienti in “ boarding” richiedono assistenza continua e il Pronto Soccorso non è il luogo
adeguato sia strutturalmente, sia per la sua natura e organizzazione a fornirla;

Che il 21 gennaio in CTSS, il Segretario generale della CGIL Zagatti Cristiano, per conto di CGIL,
CISL e UIL, ha chiesto di discutere i lunghissimi tempi di attesa pre-ricovero dei pazienti in P.S. e
le conseguenze di ciò, oltre alle pesanti condizioni in cui tutto il personale è costretto ad operare, In
quella sede si sono chieste risposte anche organizzative che non sono arrivate dalla politica e solo
giustificazioni dalla direzione generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria;

Che sono proprie della Conferenza territoriale Socio sanitaria:
la promozione, con il supporto delle Aziende sanitarie, e dell’Università degli Studi di Ferrara di
strategie, interventi e specifici accordi di programma, debitamente e preventivamente illustrati e
condivisi tra tutti i Soggetti, volti alla promozione della salute ed alla prevenzione, anche in
considerazione delle criticità e delle priorità di salute individuate nelle programmazioni distrettuali;
la promozione, in accordo con i Comitati di Distretto e le Aziende sanitarie, delle modalità e
strumenti operativi per garantire l’integrazione e il raccordo delle attività in ambito sovra
distrettuale, anche tramite specifiche indicazioni regolamentari;
verificare periodicamente l’attività delle Aziende sanitarie presenti nell’ambito territoriale di
riferimento, anche formulando proprie valutazioni e proposte e trasmettendole ai Direttori generali e
alla Regione;

Valutato
Che una possibile risposta alle criticità denunciate dal personale sanitario, dell’unità operativa
Pronto Soccorso di Cona, può essere rappresentata dall’integrazione interaziendale tra i diversi
ospedali della Provincia;

Considerato
Che a tutt’oggi, nonostante le reiterate sollecitazioni da parte dei rappresentanti sindacali delle
categorie sanitarie interessate, il CTSS è rimasto inattivo, venendo meno alle funzioni proprie
previste nella legge istitutiva e richiamate nel regolamento di cui in parte riportate in premessa;

Preoccupati
Che questa situazione di stress, cui è sottoposto il personale sanitario del Pronto Soccorso di Cona,
possa mettere a rischio non solo la loro salute psicofisica, ma soprattutto mettere a rischio il livello
di assistenza all’utenza in termini di dignità e di piena sicurezza;

Interrogano il Sindaco, quale Presidente della Conferenza Territoriale Socio Sanitaria,
per conoscere:
Quali siano le ragioni per cui la CTSS da lei presieduta, non ha preso nessuna iniziativa per
dare risposte alle carenze denunciate dai rappresentanti sindacali, circa l’organico del Pronto
Soccorso dell’Arcispedale Sant’Anna di Cona;
Quale analisi e valutazione ha fatto la CTSS, rispetto al rischio paventato che la carenza di
personale sanitario, potesse mettere a rischi il livello di assistenza prestata presso il Pronto
Soccorso di Cona;
Quali iniziative intende intraprendere con le due aziende in sede di CTSS, per proporre un
modello organizzativo che anche attraverso l’integrazione interaziendale, possa dare risposta
al problema di organico più volte denunciato dal personale sanitario del Pronto Soccorso di
Cona.

 

 

I Consiglieri comunali:
Gruppo PD – Francesco Colaiacovo
Gruppo Azione Civica – Roberta Fusari
Gruppo Gente a Modo – Dario Maresca

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Valentina Ferraro


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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