Interrogazione su applicazione criterio di residenza per erogazione buoni spesa emergenza covid-19
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Da: Gruppo Partito Democratico
Rilevato che il Comune di Ferrara ha avviato dallo scorso 3 aprile la raccolta delle richieste di accesso ai buoni spesa di cui all’ordinanza della Protezione Civile sugli aiuti alle famiglie in difficoltà per via “esclusivamente telefonica”;
Tenuto conto
– Che la modalità di presentazione, esclusivamente telefonica, sta creando enormi problemi,
precludendo di fatto l’accesso alla richiesta dei buoni a molte persone che non riescono a
mettersi in comunicazione con il Comune;
– Che la modalità telefonica lascia amplissimi margini discrezionali all’ente erogatore, non
essendo ancora ad oggi chiaro il sistema di ricezione delle domande, come vengano numerate
e protocollate, se esistano riscontri scritti o qualsiasi atto ufficiale che attesti la idoneità o la
inidoneità, rendendo di fatto impossibile qualsiasi verifica sulla correttezza della procedura e
della sua applicazione e impedendo alla persona cui viene rifiutata l’erogazione del buono il
diritto di fare ricorso;
Considerato inoltre
– Che il requisito della sola residenza, a discapito del domicilio, esclude un imprecisato
numero di persone che vivono stabilmente a Ferrara pur non avendovi preso residenza (basti
pensare agli studenti universitari o ai praticanti, o a chi lavora a Ferrara periodicamente, solo
a titolo di esempio) e che – anche a causa dello scoppio della epidemia – non sono tornate
nella loro città di origine
– Che tali persone sono, in base ai criteri stabiliti dal Comune, escluse – a prescindere dal
bisogno – dal diritto ad ottenere i buoni spesa;
Sottolineato
– Che la sottoscritta consigliera è a conoscenza di casi di persone che – dopo infiniti tentativi –
sono riuscite a parlare con un operatore del comune alle quali è stato semplicemente garantito
che sarebbero state richiamate e poi non hanno saputo più nulla; La sottoscritta consigliera interroga l’amministrazione comunale per conoscere:
– Quale sia la esatta procedura cui i dipendenti comunali addetti a rispondere al telefono
e a raccogliere le domande devono attenersi;
– Quale sia la modalità prevista per protocollare le domande;
– Come mai al cittadino richiedente non venga rilasciato un numero di pratica;
– Se, qualora venga negato il diritto all’accesso, sia prevista una comunicazione di
diniego e con che modalità;
– Che garanzie siano previste per il cittadino che volesse impugnare il diniego;
– Se si intenda ricomprendere il domicilio oltre alla residenza tra i criteri per poter
ottenere i buoni spesa;
– Se si intenda e come ovviare a tali sconcertanti limiti del sistema previsto da codesta
amministrazione per erogare i buoni spesa.
Riceviamo e pubblichiamo
Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno. L’artista polesano Piermaria Romani si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)
PAESE REALE
di Piermaria Romani
Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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