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Da: Gruppo Partito Democratico

PREMESSO CHE
• Tra le 17.00 e le 21.00 del giorno lunedì 4 maggio u.s. si è svolto un concerto
itinerante, con partenza da piazzale Castellina e arrivo a San Martino;
• L’evento pare essere stato organizzato dal Vicesindaco Lodi, che ne ha data ampia
pubblicità sui social e a mezzo stampa;
• Stando alle sue originarie dichiarazioni, l’evento è stato interamente finanziato da
Lodi stesso;
• L’evento era stato inizialmente organizzato per il giorno 1 maggio ma per tale data il
Prefetto non ha rilasciato il permesso, portando quindi allo spostamento del
concerto alla giornata del 4 maggio;

CONSIDERATO CHE
• Pur essendo cominciata la cosiddetta Fase 2, nella giornata di lunedì, siamo ancora in
emergenza covid-19;
• Restano pertanto in vigore le principali restrizioni in ordine al divieto di pubblico
spettacolo, di assembramento, all’obbligo di mantenimento delle distanze, di
assunzione di comportamenti responsabili, di indossare dispositivi di protezione
individuale,
• Nulla, in questo senso è cambiato dal giorno 1 maggio al giorno 4 maggio,

RICORDANDO CHE
• Mentre una ordinanza del Sindaco impedisce ai ferraresi di frequentare la maggior
parte delle zone verdi della città, al Vicesindaco è consentito di scorrazzare per il
Comune con un seguito di persone;
• Ad accompagnare il Vicesindaco, oltre alla macchina Fedra del Comune, vi erano
numerosi agenti di Polizia Municipale e – sembra di capire – anche di altre Forze
dell’Ordine, la carenza delle quali è stata addotta per giustificare la mancata apertura
di tutte le zone verdi, poiché, a dir della giunta, “impossibili da controllare”,
• Dalle immagini circolate sui social non si può escludere che i gruppi di persone che
seguivano il camionicino siano definibili come assembramento così come, senza alcun
dubbio, le immagini del Vicesindaco Lodi e di un Consigliere comunale di maggioranza
che distribuiscono bevande e cibo senza guanti monouso, certificano la assoluta
mancanza di rispetto delle indicazioni igienico sanitarie;

CONSTATATO
• Che per i ferraresi nulla, in termini di controllo, è cambiato, da lunedì 4, ossia
proseguono i controlli degli spostamenti e delle attività dei cittadini da parte delle
FFOO;
• Che, al contrario, il Vicesindaco si considera legibus solutus e che il Sindaco Fabbri –
come di consuetudine – non ritiene di dover intervenire per contenere i
comportamenti quantomeno inopportuni del suo Vice;

LA SOTTOSCRITTA CONSIGLIERA CHIEDE AL SIG. SINDACO
• A nome di chi sia stato organizzato il concerto itinerante;
• Chi abbia sostenuto le spese;
• Se parte delle spese siano state sostenute dal Comune e se sì, quali e per quale
importo;
• Se sia stata fatta richiesta di pubblico spettacolo e in che termini;
• Se sia stata richiesta la somministrazione di cibo e bevande;
• Se sia stata richiesta la deroga al limite decibel;
• Se sia stata richiesta l’occupazione suolo pubblico, qualora necessario, per l’evento
eno-gastronomico finale;
• Quale fosse l’ordine di servizio per l’utilizzo automobile Lancia Fedra del Comune di
Ferrara, ossia per quale ragione – se la festa è stata organizzata a spese di Nicola Lodi
– per quale motivo fosse accompagnato dalla macchina del Comune;
• Quale fosse l’ordine di servizio per la Polizia Locale che accompagnava il concerto
itinerante, e di riceverne copia;
• In che termini sia stato concesso il permesso della questura, stanti le limitazioni per
emergenza covid-19;
• In che termini sia stato chiesto il permesso della prefettura, e in che termini sia stato
concesso, stanti le limitazioni per emergenza covid-19 e non essendosi modificate le
condizioni del contesto, né normative, dal 1 maggio al 4 maggio.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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