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da: ufficio stampa Provincia di Ferrara

Francamente, a trenta giorni dalla nomina, avrei sperato di avere qualche giorno in più per predisporre una linea coerente condivisa sulle problematiche non banali che la Provincia di Ferrara è chiamata ad affrontare, in un contesto istituzionale nazionale ricco di ombre e questioni aperte che la legge di stabilità ha reso drammatico.
Non ci aiuta, in proposito, né il frangente elettorale regionale che rinvia di qualche mese le risposte su quel lato, né la fibrillazione derivante dalle necessità di cronaca che ha diritto di sapere anche ciò che non è chiaro a nessuno in Italia, né la concomitanza di dover io presentare in questi giorni il bilancio di previsione 2015 da assessore nel Comune di Ferrara.
Provo a fare chiarezza comunque, circa gli obiettivi condivisi all’interno del Consiglio provinciale di Ferrara nel quale sindaci e consiglieri eletti trasversalmente invece di mettersi al riparo si sono messi in gioco se non altro per evitare a cittadini, imprese, famiglie ed enti locali un maggior danno.
In questo contesto gli obbiettivi sono i seguenti:
dimostrare che la Provincia di Ferrara è capace di assolvere con efficacia, efficienza e professionalità le funzioni essenziali a lei affidatele dalla legge Delrio in primo luogo la manutenzione delle strade provinciali e delle scuole secondarie superiori.
affermare la disponibilità e l’interesse comune a ché la Provincia continui ad assolvere quelle funzioni che la Regione le ha delegato (turismo – agricoltura – formazione professionale…) a condizione che le siano assicurate le adeguate risorse finanziarie.
Può essere che questi obiettivi e soprattutto i tagli ormai chiaramente intelligibili nella legge di stabilità impongano ristrutturazioni ulteriori e ridimensionamenti organizzativi non banali. Deve essere chiaro che, nei limiti in cui tutto questo dovesse risultare inevitabile, l’amministrazione della Provincia è orientata:
ad ascoltare il personale per motivarne le ragioni di un impegno al servizio dell’ente: in proposito ho già avuto modo di incontrare sia le persone impiegate nel servizio turismo, sia quello del servizio informatica, traendone in entrambi i casi una convinzione di professionalità qualificate;
a valutare quanti dipendenti abbiano chiesto di essere ammessi a godere dei benefici del prepensionamento ed in quali settori siano impiegati per pianificarne la eventuale sostituzione interna;
ad incontrare i sindacati per il necessario confronto e le valutazioni sugli scenari;
a valorizzare sotto ogni profilo le professionalità oggi impiegate anche a beneficio dei comuni della Provincia in un quadro di servizi resi in convenzione;
a costruire, laddove possibile, un percorso che agevoli le mobilità volontarie presso i Comuni e gli altri enti pubblici che evidenzino necessità di personale.
E’ ovvio tuttavia che vanno tutelati a pieno anche coloro, la grande maggioranza, che resteranno comunque lavorare per l’amministrazione, la quale quindi deve salvaguardare la propria operatività e la qualità del servizio se vuole mantenere, come tutti auspichiamo, un ruolo di area vasta nell’interesse dei comuni e dei cittadini.
Il lavoro sarà complesso, la scommessa dei presidenti delle Province è quella di poter contare su una “leale collaborazione istituzionale” con il Governo, poiché se al contrario fosse vero che il Governo avesse già deciso, chiudendo i rubinetti finanziari, di delegare ai sindaci la mera liquidazione dell’ente, con ciò smentendo la stessa legge Delrio, troverebbe nei sindaci una opposizione decisa. Saranno altri a chiudere; noi abbiamo accettato la sfida per togliere alibi infondati, ci mettiamo impegno, tempo e responsabilità, abbiamo bisogno di tante cose, non certo di polemiche o fibrillazioni indotte.
Il problema è già importante di suo non aggiungiamoci altro.

Tiziano Tagliani

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PROVINCIA DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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