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“Le mie intenzioni sono quelle di divulgare – con un linguaggio comprensibile a tutti – gli aspetti di criticità tra la nostra Costituzione da un lato e i Trattati europei e la moneta unica dall’altro”. Ventuno libri: novelle, letteratura, storia e tanti riferimenti alla Costituzione e al diritto; ma anche articoli e interventi con cadenza pressoché giornaliera su tanti quotidiani online e cartacei. Dal blog scenarieconomici.it a La Verità, il Giornale, il Giornale d’Italia… passando per tante conferenze in giro per l’Italia. Così l’avvocato Giuseppe Palma si fa testimone dei valori della nostra carta costituzionale e delle implicazione connesse agli assetti economici.

In questo suo ultimo libro “La Costituzione, come nessuno l’ha mai spiegata”, che ci prepara ai 70 anni della nostra Carta, vuole riportare l’attenzione sulle promesse fatte da chi, come lei, si era impegnato per il No al referendum del 4 dicembre scorso. C’è ancora da fare? non siamo “fuori pericolo”?
No, purtroppo non siamo fuori pericolo, anzi, siamo in costante pericolo! Con la vittoria del No al referendum costituzionale dello scorso dicembre abbiamo evitato sia la costituzionalizzazione del vincolo esterno Ue sia un assetto istituzionale privo di adeguati pesi e contrappesi. Ma il pericolo non è assolutamente scampato: la Costituzione è stata stuprata, nel 2012, con la costituzionalizzazione del vincolo del pareggio di bilancio. Occorre debellare quello scempio e dobbiamo vigilare sui futuri tentativi di stupro! Con questo mio nuovo libro spiego agli italiani, con un linguaggio semplicissimo, i principi inderogabili della nostra Costituzione, mettendovi a confronto gli obiettivi dell’Ue e dell’euro, evidenziandone i gravi aspetti di criticità.

Lei è anche il promotore di un disegno di revisione costituzionale presentato in Senato dalla senatrice Paola De Pin e che ho intervistato su queste stesse pagine (leggi). Vuole aggiungere qualcosa?
Con quel Ddl, che ho redatto tra dicembre e febbraio, propongo principalmente l’abrogazione del vincolo del pareggio di bilancio e la costituzionalizzazione dei contro-limiti così come sanciti dalla Corte costituzionale con le due importantissime sentenze del 2007 e 2014. In pratica, propongo di ripristinare la Costituzione primigenia tipizzando la “linea del Piave” contro le illegittime intrusioni da parte della normativa europea ed internazionale confliggente con i Principi Fondamentali della Carta e i diritti inalienabili della persona.

Il suo libro ha tratti romantici e del resto l’autore si è ben dimostrato poeta avendo al suo attivo anche delle pubblicazioni di poesie. Mi sembra voglia colpire i cuori prima che la ragione.
Io nasco poeta. E’ la mia passione. Ho scritto una poesia anche in difesa della Costituzione, intitolata: “Una sigaretta con la più bella del mondo”, scritta la notte tra il 25 ed il 26 aprile 2016.

Da un punto di vista prettamente giuridico, di analisi della Carta Costituzionale, quale è l’obiettivo di questo libro?
Il mio ultimo libro si propone l’obiettivo di spiegare a tutti gli italiani i Principi Fondamentali della Costituzione, e di farlo in maniera diversa da come sono stati spiegati finora. Il tutto tenendo presenti i lavori preparatori dei Padri Costituenti, quindi le loro intenzioni autentiche. Inoltre, cerco di spiegare – sempre tenuto conto dei lavori dell’Assemblea Costituente – il rapporto impossibile tra Costituzione italiana e Trattati europei/moneta unica. Ricordatevi che le intenzioni dei Padri Costituenti, rinvenibili dai verbali dei lavori preparatori, sono fonte autentica di interpretazione della Costituzione. Se i tempi cambiano, sono i tempi che devono adeguarsi a quelle intenzioni, e non viceversa!

Ritorna sulla costituzionalizzazione del pareggio di bilancio con l’articolo 81 che definisce “vile”
In realtà non se ne è mai andato. Il Parlamento inserì quella vigliaccata in Costituzione nel 2012, e da allora esiste ed è lì… fu un vero e proprio attentato alla Costituzione! Tra i più vili! Nel libro spiego perché fu una vigliaccata e perché il vincolo del pareggio di bilancio è incompatibile con i principi fondamentali.

Parla anche di un tema a lei caro, il rapporto tra Costituzione e Trattati Europei. Un rapporto difficile?
Un rapporto impossibile. Nel libro v’è spiegato tutto con metodo scientifico. I verbali dei lavori preparatori dell’Assemblea Costituente non lasciano dubbi: le limitazioni di sovranità verso ipotesi federative a livello europeo furono messe ai voti e bocciate! Le limitazioni di sovranità di cui all’art. 11 della Costituzione vanno riferite – nelle intenzioni dei Patres – esclusivamente all’Onu, e al solo fine di evitare altre guerre! Il tutto in condizioni di reciprocità!

Da un punto di vista costituzionale la nostra presenza nell’euro è legittima? e nell’Unione Europea?
No, non lo è. Come Le dicevo prima, le limitazioni di sovranità di cui all’articolo 11 della Costituzione vanno riferite – nelle intenzioni dei Patres – esclusivamente all’Onu, e al solo fine di evitare altre guerre! Il tutto in condizioni di reciprocità!

Nel libro si parla di cosa è stato realmente respinto dal popolo in sede referendaria lo scorso 4 dicembre.
Si, esatto. L’obiettivo principale della riforma, come risulta dalla relazione del Governo Renzi, era quella di accelerare l’iter legislativo che consentisse l’ingresso più celere – all’interno del nostro ordinamento giuridico – della normativa europea.

In questo libro c’è qualcosa di Ferrara.
Sì, lo scorso 19 novembre sono stato a Ferrara e, dopo la mia conferenza una donna mi ha detto – in lacrime – di aver conosciuto quella sera cose che lei non sapeva. Nel libro l’ho citata come “la donna di Ferrara”, che, da quella stessa sera, ha iniziato ad interessarsi della più bella del mondo, la nostra Costituzione.

Il libro è acquistabile online in ebook direttamente dal sito della Key editore oppure attraverso una qualsiasi libreria on-line. A breve uscirà anche la versione cartacea, per informazioni è possibile consultare il blog dell’avv. Palma (vedi)

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Claudio Pisapia

Dipendente del Ministero Difesa e appassionato di macroeconomia e geopolitica, ha scritto due libri: “Pensieri Sparsi. L’economia dell’essere umano” e “L’altra faccia della moneta. Il debito che non fa paura”. Storico collaboratore del Gruppo Economia di Ferrara (www.gecofe.it) con il quale ha contribuito ad organizzare numerosi incontri con i cittadini sotto forma di conversazioni civili, spettacoli e mostre, si impegna nello studio e nella divulgazione di un’informazione libera dai vincoli del pregiudizio. Cura il blog personale www.claudiopisapia.info

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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