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da: Istituto Storia Contemporanea Ferrara

In occasione degli anniversari degli eccidi fascisti e nazisti del 15 novembre 1943 e del 17 novembre 1944, l’Istituto di Storia Contemporanea con la collaborazione della Scuola d’arte cinematografica “Florestano Vancini” ha posto in essere un per tutto il
mese di novembre un programma on line di iniziative di cultura storica. Il programma che si potrà seguire sui social dell’Istituto (Sito: www.isco-ferrara.com; Facebook: Isco Ferrara; Instagram: @isco.fe; Twitter: @iscoferrara; YouTube: istituto di storia contemporanea di Ferrara) contiene interventi di storici, proiezione di filmati, letture e interventi degli studenti della scuola di arte cinematografica “Florestano Vancini”.
Si partirà il 7 novembre con l’intervento del prof. Andrea Baravelli docente di storia contemporanea dell’Università di Ferrara, Doppio inganno. Dalla speranza all’incubo: l’Italia del 1943. Seguiranno nei giorni 9, 16, 23, 26 e 30 la condivisione del film – inchiesta a puntate Quell’Italia del ’43 di Massimo Sani, un viaggio tra gli italiani del 25 luglio e dell’8 settembre con la consulenza storica di Claudio Pavone e
Giorgio Rochat. Il 14 e 15 novembre saranno interamente dedicati all’eccidio estense attraverso le letture I martiri del Castello raccontano…. e del racconto Una notte del’43 di Giorgio Bassani da parte degli studenti della scuola “Vancini” preceduta da un intervento del prof. Giorgio Rizzoni La notte di Ferrara. Il giorno 17 verrà ricordato l’eccidio del Doro 7 novembre 1944) con un intervento a cura di Nicolò Govoni.
Il programma è in particolar modo dedicato alle scuole e ai cittadini tutti.

Programma completo online
Sito: www.isco-ferrara.com – Facebook: Isco Ferrara – Instagram: @isco.fe
Twitter: @iscoferrara – YouTube: Istituto Storia Contemporanea Ferrara

Anniversari degli eccidi fascisti e nazisti del 15 novembre 1943 e del 17 novembre 1944

Sabato 7 Novembre: Lezione del prof. Andrea Baravelli – Università di Ferrara.
Doppio inganno. Dalla speranza all’incubo: l’Italia del 1943 – L’atmosfera di rapida disillusione
che avvolge il Paese nel 1943. Dalla stanchezza alla felicità, poi il drammatico risvegliarsi in una realtà ancora
più dura, fatta di bombardamenti, fame e guerra civile.

Lunedì 9 Novembre: proiezione della prima puntata del film inchiesta di Massimo Sani Quell’Italia del’43
Viaggio tra gli italiani del 25 luglio e dell’8 settembre – Consulenza storica Claudio Pavone e Giorgio Rochat.
La guerra in casa.

Sabato 14 Novembre: I martiri del Castello raccontano… a cura degli studenti della scuola
di arte cinematografica “Florestano Vancini”.

Domenica 15 Novembre: La notte di Ferrara Intervento del prof Giorgio Rizzoni – ISCO
Gli studenti della scuola di arte cinematografica “Florestano Vancini” leggono “Una notte del ’43”
di Giorgio Bassani.

Lunedì 16 Novembre: proiezione della seconda puntata del film inchiesta di Massimo Sani
Quell’Italia del ’43 -Viaggio tra gli italiani del 25 luglio e dell’8 settembre – La fame e il dolore.

Martedì 17 Novembre: 17 novembre 1944: l’Eccidio del Doro a cura di Nicolò Govoni.
Lunedì 23 Novembre: proiezione della terza puntata del film inchiesta di Massimo Sani
Quell’Italia del ’43 – Viaggio tra gli italiani del 25 luglio e dell’8 settembre. Gli italiani senza il
Duce.

Giovedì 26 Novembre: proiezione della quarta puntata del film inchiesta di Massimo Sani
Quell’Italia del ’43 -Viaggio tra gli italiani del 25 luglio e dell’8 settembre. La chimera della pace.

Lunedì 30 Novembre: proiezione della quinta puntata del film inchiesta di Massimo Sani
Quell’Italia del ’43 – Viaggio tra gli italiani del 25 luglio e dell’8 settembre – L’armistizio

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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