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da: Italia Nostra, Sezione di Ferrara

Italia Nostra ritiene doveroso intervenire nel merito del dibattito apparso nei giorni scorsi sulla stampa locale riguardante l’inserimento di Ferrara nel Parco del Delta del Po per ricordare che fu la Sezione di Italia Nostra di Ferrara, con un comunicato stampa del giugno 2007, pubblicato con ampio risalto, a lanciare l’idea e la proposta che il sistema Parco delle Mura e Parco Urbano di Ferrara entrasse a far parte in modo organico del territorio protetto del Parco del Delta del Po, ritenendo che “solo l’inserimento all’interno di un sistema di protezione più vasto e già consolidato potesse garantire il completamento e mantenimento nel tempo del miracolo urbanistico costituito dal sistema unitario parco delle mura – parco urbano-addizione verde”. In quel documento si ricordava che “anche fisicamente il delta del Po comincia a Ferrara con le diramazioni del Po di Volano e del Po di Primaro” e che non a caso il primo serio progetto per la creazione di un Parco a fini multipli nel ferrarese, commissionato nel 1975 dalla Regione Emilia Romagna e dal Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica, comprendeva sia la città che il territorio del delta.
La proposta di Italia Nostra fu pubblicamente fatta propria dall’allora sindaco Gaetano Sateriale ed in seguito, in più occasioni, ultima delle quali nella scorsa settimana, dall’attuale Sindaco Tiziano Tagliani.
In realtà la proposta in tutti questi anni non ha fatto passi avanti perché sulla lungimirante e sincera adesione dei primi cittadini hanno prevalso all’interno delle forze politiche, di riferimento e non, timori e logiche di tipo particolaristico e localistico. Le stesse logiche che sembra ora di cogliere in interventi di amministratori, come il vice sindaco di Comacchio, appartenenti a movimenti che si proclamano portatori di modi nuovi e diversi di fare politica, secondo il quale la conservazione e restauro delle mura di Ferrara e la soluzione del problema dell’erosione della costa non sono entrambe questioni essenziali per la valorizzazione del nostro territorio, ma sono da porre tra loro in concorrenza.
E’ la stessa logica che finora ha tenuto diviso il parco del delta emiliano romagnolo da quello veneto, nonostante la legge quadro nazionale di riordino dei parchi e delle aree protette del dicembre 1991 imponesse all’articolo 35 entro due anni l’istituzione del Parco Interregionale del Delta del Po o, in caso di inadempienza delle due regioni, l’istituzione di un parco nazionale.
Per la istituzione di un parco unico non sono bastati in questi venti anni l’impegno comune assiduo delle associazioni culturali e ambientaliste e, da tempo, le iniziative comuni attuate dagli organismi direttivi e tecnico-scientifici dei due parchi.
E’ convinzione di Italia Nostra che la possibilità, già oggi concreta, che la bellezza del territorio del delta del Po, con la ricchezza della sua complessità, diventi anche fonte costante nel tempo di benessere economico dipende unicamente dalla capacità di tutelarne e conservarne i valori naturalistici, ambientali, culturali e architettonici, ancora riconosciuti di valore assoluto se questo territorio, nonostante gli errori commessi nel passato anche recente, ha potuto candidarsi nel programma Unesco come Riserva della Biosfera. Importante è una visione complessiva ed unitaria della tutela e di uno sviluppo che sia con essa coerente.
Per questo preoccupa che, ancora oggi, non si possa parlare di interventi finalizzati al positivo sviluppo del territorio del delta senza che ad essi si trovino collegate cospicue quantità di nuove costruzioni con ulteriore dissennato consumo di suolo, secondo logiche che hanno abbondantemente dimostrato nel passato il loro fallimento.
Italia Nostra, che per prima negli anni sessanta del Novecento richiamò l’attenzione del paese sulla necessità di preservare la bellezza del nostro delta, continuerà a battersi per uno sviluppo equilibrato e sostenibile di questo territorio (di cui Ferrara è parte integrante), ma anche per la creazione di un sistema di aree protette che accompagnino il corso del Po dal Monviso al mare, come corridoio ecologico di vitale importanza per la pianura padana che continua ad essere uno dei territori più inquinati d’Europa.

Per la sezione di Ferrara di Italia Nostra
Il presidente
arch. Andrea Malacarne

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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