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24 Dicembre 2015

Jesus loves the Stooges

Tempo di lettura: 4 minuti


Quindi alla fine ce l’abbiamo fatta, anche quest’anno è arrivata la vigilia.
E incredibilmente, domani arriverà pure il Natale.
Noi esseri umani siamo capaci di cose davvero mirabolanti.
Questi miracoli che si ripetono ogni anno e io che ogni anno me ne stupisco.
Che cosa strana e bellissima la vita.

Brano: “The Ballad of Hollis Brown” di Iggy & The Stooges Album: “Death Trip” del 1988
Brano: “The Ballad of Hollis Brown” di Iggy & The Stooges
Album: “Death Trip” del 1988
Ormai ho messo la testa a posto e fortunatamente non sono più una di quelle persone che scancherano contro il Natale.
Ho quasi 30 anni, basta con la birra in lattina, basta aprire le birre coi denti, basta ascoltare i Germs.
Ho un sacco di capelli bianchi, e mi sono dovuto inventare dei modi davvero astrusi per sopprimere questi miei istinti che non si volevano proprio levare dalle palle.
Così alla fine ce l’ho fatta.
Anch’io ho messo la testa a posto su tante cose, Natale compreso.
Poi Gesù mi piace un sacco e alla fine devo ammettere che sono molto felice vedendo questo mare di gente che regala vaccate ad altra gente, che si spara delle vere e proprie maratone a tavola, che perde la camminata umana e acquista una deambulazione davvero simile a quella di una delle vacche che si vedono in quel vecchio film, “Il Fiume Rosso”.
Cosa posso chiedere di più?
Il sogno di ogni appassionato del vecchio west, porca vacca.
E tutto in nome di quel gran figo di Gesù.
Il mio cuore non può che riempirsi di gioia.
Poi esco per strada e c’è questa sensazione che mi entra nelle orecchie come la filodiffusione, una cosa indescrivibile.
Nelle ossa invece mi entra un’altra sensazione: sembrerà un cliché ma è vero che tutti sembrano più buoni.
Una mia amica che c’è un po’ sotto con queste cose “spirituali” mi ha dato una spiegazione sorprendentemente scientifica sulla questione.
Mi ha detto di questa cosa che si chiama “ossitocina”.
La mia amica dice che sotto Natale gli stessi tipi che ci irrorano con le scie chimiche ci irrorano con questa ossitocina.
Lì per lì l’ho mandata a quel paese e le ho chiesto se, alla luce di questa cosa, in un futuro non troppo prossimo la gente smetterà davvero di vaccinarsi e gli eroinomani della stazione smetteranno con la roba per diventare dei tossici di vaccini.
E poi le ho detto di tornare là a fare i suoi “cinque talebani” o come si chiamano.
Ma sbollita la cosa mi son detto: no, chi sono io per contraddire queste persone così mentalmente aperte?
Allora le ho chiesto scusa e ci siamo abbracciati singhiozzando.
Ci siamo detti che ci vogliamo bene ma poi lei ha aggiunto che forse dovrei farmi polverizzare quei grumi che ho nel cervello perchè In fondo è la vigilia di Natale e sono 5 giorni che ascolto, di nuovo, solo gli Stooges.
E peggio ancora, UN SOLO PEZZO DEGLI STOOGES.
Ho provato a redimere il mio peccato ribattendo che beh, ma stavolta erano gli Stooges di Williamson, non di Asheton e il pezzo non era loro ma di Bob Dylan.
E lì un po’ si è calmata ed è pure arrossita perchè non aveva riconosciuto che non solo era un pezzo di Dylan ma era pure il suo pezzo più natalizio.
Così ci siamo abbracciati di nuovo fra le lacrime, ci siamo accesi una sigaretta, abbiamo aperto del vino e abbiamo lasciato girare in loop ‘sto pezzo.
In fondo “Jesus loves the Stooges”, dice il proverbio.
E io chi sono per negare gli Stooges a Gesù proprio mentre tutto il mondo aspetta la mezzanotte per festeggiare il suo cumple?
È questo il bello dell’arrivare ai 30 con i capelli che si imbiancano.
Si diventa ragionevoli.
Quindi buone feste a tutti!
Ma soprattutto: auguri Gesù!

Ogni giorno un brano intonato alla cronaca selezionato e commentato dalla redazione di Radio Strike.

Selezione e commento di Andrea Pavanello, ex DoAs TheBirds, musicista, dj, pasticcione, capo della Seitan! Records e autore di “Carta Bianca” in onda su Radio Strike a orari reperibili in giorni reperibili SOLO consultando il calendario patafisico. xoxo <3

Radio Strike è un progetto per una radio web libera, aperta ed autogestita che dia voce a chi ne ha meno. La web radio, nel nostro mondo sempre più mediatizzato, diventa uno strumento di grande potenza espressiva, raggiungendo immediatamente chiunque abbia una connessione internet.
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Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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