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da: Annalisa Felletti, assessora alle Pari Opportunità Città di Ferrara

In questa giornata dell’8 marzo, a “soffiare nel vento” con l’odore delle mimose, più che le risposte, sono le domande. Una su tutte, quella di “futuro”, che le giovani generazioni, ma anche le meno giovani, pongono alla politica, alle istituzioni, e a chi governa.

Non può essere diversamente, se è vero – come confermano le statistiche ufficiali dell’Istat – che il livello d’istruzione femminile da molto tempo è più alto rispetto a quello maschile nella fascia d’età dai 25 ai 34 anni. Un “sorpasso” che è indice del grande desiderio di partecipazione che ci rende fiere protagoniste del cambiamento.

L’entusiasmo si scontra tuttavia con una realtà che i numeri fotografano solo in parte. L’investimento delle donne negli studi troppo spesso deve fare i conti con maggiori difficoltà all’ingresso nel mercato del lavoro, retribuzioni più basse rispetto a quelle maschili, problemi nella conciliazione dei tempi di vita con quelli di lavoro.

Non a caso le donne occupate, in corrispondenza della maternità, si trovano a sperimentare in misura crescente la perdita o l’abbandono del lavoro.

Uno “svantaggio” che va a saldarsi in un abbraccio soffocante, con la crisi economica e finanziaria condita dall’ipocrisia di chi cavalca la fase di difficoltà per azzardare attuali (ma vecchissime) forme di discriminazione, come chi offre lavoro a personale femminile libero “da impegni familiari”, incurante delle norme di legge.

Ma il raggiungimento di una parità formale non è, purtroppo, garanzia della parità culturale, come dovrebbe essere in ogni società evoluta e virtuosa.

Per questa ragione, l’8 marzo è per tutte Voi, giovani donne.

La giornata internazionale delle donne è per tutte Noi, che abbiamo vite talvolta così diverse, ma accomunate da una storia scritta sulla nostra pelle, su quella delle nostre madri, delle nostre nonne.

Questa giornata non è semplicemente una “festa”, perché non ha la leggerezza di una ricorrenza, ma la profondità e il valore di una giornata “storica” per i diritti delle donne e per la pace internazionale.

Va calata nella nostra nuova realtà, ma tenuta saldamente legata alla memoria delle donne che in tutto il mondo si sono prese per mano, hanno lottato e hanno resistito per il sogno di un mondo migliore, più equo, più giusto.

Oggi più che mai, gli scenari di guerra e le migrazioni ci impongono di osservare e cogliere tutte le sfumature, oltre il giallo di una mimosa. Sapendo che se sono le donne a progredire nei differenti contesti di sviluppo, sarà la società nel suo complesso a crescere.

Tanti, troppi sono i capitoli aperti senza un lieto fine, dalla violenza di genere al mancato rispetto delle leggi sull’interruzione di gravidanza e all’obiezione di coscienza; dalla disoccupazione alle condizioni precarie di lavoro che di fatto rendono impossibile la maternità.

Il processo di sviluppo è nelle mani delle donne.

Le tante di voi che quest’anno, nel 2016, potranno votare per la prima volta, devono sapere che questo diritto, oggi così scontato, è stato conquistato dalle donne in Italia solo 70 anni fa. Oggi come allora non si può manifestare indifferenza: solo il protagonismo ci consentirà di crescere. È nel segno di questo auspicio e forti di questa consapevolezza che sabato 12 marzo dalle 10 nella Sala Consigliare del Palazzo Ducale, si terrà un’iniziativa alla quale invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare, nel corso della quale “riporteremo sui banchi consiliari” quelle amministratrici che si sono succedute nella storia delle legislature della nostra Città dal 1946 ad oggi, invitandole a condividere i loro ricordi, e le loro esperienze.

Settant’anni fa le Italiane andarono al loro primo voto, quello che avrebbe segnato l’inizio della democrazia repubblicana, e la nostra Città si appresta a ricordarlo, senza dimenticarci che proprio la nostra città consegnò alla storia di questo Paese, un primato, quello incarnato dalla figura di Luisa Gallotti in Balboni: prima Sindaca in Italia di una Città capoluogo di provincia.

Sono certa che questa data e le celebrazioni predisposte non saranno percepite come un momento di rimembranza fine a se stesso, ma come espressione forte del desiderio di un cammino evolutivo che non riguarda unicamente la donna in quanto tale, ma è per tutti gli esseri umani. Buon 8 Marzo!

Annalisa Felletti, assessora alle Pari Opportunità Città di Ferrara

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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