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Da: Organizzatori
MARTEDI’ 9 APRILE ALLE ORE 16:30, presso il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara, via Voltapaletto 11, aula EC6
si terrà il primo dei tre incontri su “La buona economia europea”. Il tema dell’incontro sarà “L’Euro” e relatore sara il Prof. Patrizio Bianchi, Docente di Economia Applicata ed Assessore Regionale alla Formazione, nonché ex-rettore dell’Ateneo estense.
Il ciclo di incontri su “La buona economia europea”, organizzato dal Movimento Federalista Europeo di Ferrara, in collaborazione con il Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara, è rivolto agli studenti, non solo a quelli di economia, e a tutti i cittadini interessati. Scopo dell’iniziativa è quello di esaminare alcuni degli aspetti chiave delle politiche europee, in ambito economico, che si ritiene abbiano prodotto importanti benefici al sistema economico europeo nel suo complesso, ma anche all’Italia.
Il Prof. Francesco Badia, del direttivo del Movimento Federalista e docente di Economia Aziendale presso l’Ateneo di Ferrara, fra i promotori dell’evento, afferma: “In un momento storico come questo, in cui spesso si sente criticare il processo di unificazione europea, abbiamo voluto portare all’attenzione sia dei nostri studenti, sia di tutti coloro che possano essere interessati, il tema di come vi siano alcuni cambiamenti che l’Unione Europea ha introdotto nella nostra economia e che hanno prodotto degli indubbi benefici. Ciò non significa non poter mettere in discussione alcuni aspetti delle politiche europee, in particolare degli ultimi anni, che non sono andate nella giusta direzione. In tutto questo non va in ogni caso dimenticato come creare le condizioni di una “buona economia” (che è il titolo del nostro ciclo di seminari) sia un elemento fondamentale per garantire anche la convivenza pacifica fra i popoli. E non vi sono dubbi che il primo grande merito dell’Unione Europea sia quello di aver garantito, ai paesi membri, il più lungo periodo senza conflitti armati della storia del continente”.
Dopo questo primo incontro di domani, seguiranno altri due incontri, che vedranno come relatori il prof. Aurelio Bruzzo (17 aprile), il prof. Luigi Marattin e il dott. Andrea Gandini (9 maggio).
Si allega per completezza il programma dell’iniziativa, confidando in una diffusione, nella forma che riteniate appropriata, da parte della vostra testata.
Per informazioni: Francesco Badia, 347 5750815.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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