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da: ufficio stampa Camera di Commercio di Ferrara

Govoni: “Una attenzione particolare in questa ricorrenza al mondo dei giovani ed all’uso consapevole di internet e, al contempo, una giornata per raccontare la rivoluzione che lo sviluppo della rete ha prodotto, soprattutto per il sistema economico”.

Italian Internet Day domani mattina (29 Aprile) alle ore 9,00 in collaborazione con Unioncamere e Infocamere.

ll 30 aprile del 1986 l’Italia per la prima volta si è connessa ad Internet: il segnale, partito dal Centro universitario per il calcolo elettronico (CNUCE) di Pisa, arrivò alla stazione di Roaring Creek, in Pennsylvania l’Italia – ed in particolare il CNR di Pisa – si collegò per la prima volta alla rete di Arpanet, realizzata dalle università americane, entrando così ufficialmente nell’era di Internet.
Ricorrendo il trentennale di quell’evento, nelle giornate del 29 e del 30 aprile, su tutto il territorio nazionale si svolgeranno moltissime iniziative finalizzate a celebrare l’evento, ad avvicinare in particolar modo i giovani ad un uso consapevole di Internet e a raccontare la rivoluzione che lo sviluppo della rete ha prodotto.
L’evento sarà l’occasione per far capire ai “nativi digitali” quale ruolo svolga oggi Internet nella nostra vita quotidiana e quali straordinarie opportunità possano aprirsi con l’ulteriore diffusione di servizi basati sulle nuove tecnologie. Partendo proprio da quelli erogati dall’intero sistema camerale e dalla Camera di commercio di Ferrara in particolare che, supportata da Unioncamere e InfoCamere, organizza all’ISIT Bassi Burgatti, a Cento, venerdi’ 29 aprile alle ore 9,00 un evento che sarà anche momento di studio e formazione per approfondire il ruolo di Internet nella società ma anche una occasione per confermare – una volta di più – quanto i temi della rete, della digitalizzazione e della semplificazione da essa derivante, siano centrali nell’azione del Sistema Camerale.
“Con la volontà di celebrare il trentennale del primo collegamento a internet in Italia la Camera di commercio, – ha sottolineato il Presidente della Camera di Commercio Paolo Govoni – ha indetto per la mattina del 29 aprile prossimo un momento celebrativo (Internet day) avente l’obiettivo di raccontare la rivoluzione che lo sviluppo della rete ha prodotto, in particolare per i giovani ed il sistema delle imprese. L’incontro, che non avrà il carattere del convegno o del workshop, sarà un evento partecipato e condiviso nel quale interverranno giovani esperti di digitale, imprenditori del web, imprenditori, startupper e divulgatori allo scopo di sensibilizzare gli studenti ad un utilizzo consapevole e produttivo dello strumento tecnologico. Anche alla luce delle numerose iniziative promosse in questi anni – conclude Govoni – è stato scelto il Bassi Burgatti guidato dal Dirigente scolastico Andrea Sardini che ringrazio sentitamente. Questa iniziativa, all’interno di un istituto all’avanguardia in un territorio particolarmente provato dagli eventi sismici del 2012, vuole agevolare e rafforzare il collegamento tra istruzione, formazione e fabbisogni del sistema produttivo”,
L’incontro all’ISIT Bassi Burgatti di Cento è strutturato in due parti: una iniziale, che rappresenta la storia digitale e gli strumenti oggi resi disponibili dal Sistema Camerale nell’ambito del programma dell’Agenda digitale e la seconda parte dedicata alle realtà e eccellenze digitali del territorio provinciale ed ai progetti in corso, quali “Eccellenze in digitale, “Eccellenze produttive” e “Crescere in digitale”.
Dopo il saluto del Dirigente scolastico Andrea Sardini, interverranno Angela Boscagin Infocamere, Andrea Migliari Responsabile Comunicazione – Progetti Speciali della Camera di commercio di Ferrara e Daniele Borrelli consulente web/social marketing del Progetto Ars Digitalia Ferrara.
Oggi il sistema camerale gestisce uno dei più grandi database del Paese – con informazioni aggiornate quotidianamente su oltre 6 milioni di imprese e 10 milioni di persone – che, attraverso un data center all’avanguardia, nel 2015 ha erogato circa 20 milioni di visure online e gestito oltre 3 milioni di pratiche telematiche.

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CAMERA DI COMMERCIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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