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Da avvocato Giovanni Govi e avvocato Valerio Guazzarini

La famiglia Zaniboni, per il tramite dei propri legali Avv.ti Giovanni Govi e Valerio Guazzarini, tiene a formulare alcune fondamentali precisazioni rispetto ai contenuti dell’articolo relativo al contenzioso in essere con il Comune di Vigarano Mainarda ed alle dichiarazioni del Sindaco e funzionari comunali ivi riportate.
In primo luogo, si tiene a rimarcare che la condizione di inagibilità dell’intero immobile di proprietà Zaniboni è stata, in primis, attestata dai Tecnici della Protezione Civile, come inequivocabilmente emerge dal contenuto della scheda Aedes n. 11 del 4/7/2012, ove, per l’appunto, tali Tecnici (anche evidenziando la completa accuratezza della verifica dai medesimi condotta) si esprimono in termini di inagibilità dell’intero edificio per alto rischio strutturale.
Dunque, i Tecnici della famiglia Zaniboni – peraltro qualificatissimi esperti che hanno redatto perizie e formulato valutazioni sotto la propria responsabilità – in sostanza si sono espressi in linea con quanto era già stato accertato dalla Protezione Civile.
S’aggiunga che in conformità con quanto attestato dalla Protezione Civile si è anche recentemente espresso il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Ferrara che, in esito a sopralluogo del 18/01/2016, ha confermato come l’intero fabbricato in questione sia, nella sua interezza, non fruibile proprio a causa delle “lesioni diffuse alle strutture” derivanti dalle scosse sismiche verificatesi durante il terremoto del 20 – 29 maggio 2012.
Dunque, il Comune, con il diniego di contributi e la revoca dell’Ordinanza di sgombero (ossia con gli atti impugnati innanzi al TAR nel giudizio tutt’ora in corso), ha ritenuto di basarsi sugli asseriti (e contestati) esiti di quell’unico sopralluogo svolto – in pochi minuti e senza particolare approfondimento – dall’Ufficio Intercomunale.
Ciò, quando, invece, tutti i sopralluoghi e le verifiche analitiche e circostanziate condotte dagli altri tecnici (ossia, tanto da quelli incaricati dalla proprietà, quanto da quelli della Protezione civile e dal Comando dei Vigili del Fuoco) hanno portato all’accertamento dell’inagibilità dell’intero immobile per gravi lesioni alle strutture.
Quanto, poi, allo stato del contenzioso, si tiene a ribadire come, ad oggi, si siano avuti soltanto pronunciamenti relativi alla c.d. “fase cautelare”, non essendosi ancora giunti ad una disamina nel merito da parte del Tar (innanzi al quale la causa tutt’ora pende).
In proposito, fermo che nel caso di specie risulta sussistere un gravissimo pregiudizio per la famiglia Zaniboni (atteso che l’inagibilità della propria abitazione incide anche sui diritti – costituzionalmente garantiti – alla casa ed all’incolumità), v’è, comunque, da evidenziare che il Consiglio di Stato, nell’Ordinanza con cui si è esclusivamente pronunciato in via cautelare, ha rilevato che “il provvedimento di diniego dei contributi comporta un danno di natura patrimoniale”.
Ciò, dunque, con la conseguenza che, ove le ragioni della famiglia Zaniboni vengano accolte nel merito, incomberà sull’Amministrazione comunale l’obbligo di risarcire il ricorrente della somma di € 917.637,45 oltre iva (corrispondente ai contributi negati), oltre ad interessi e rivalutazione, ed oltre ad ulteriori danni subiti e subendi anche sotto il profilo morale, esistenziale, biologico e psicofisico.
In proposito, si deve, altresì, rimarcare che la richiamata Ordinanza del Consiglio di Stato riconosce la rilevanza dell’accertamento tecnico per la cui ammissione rimanda al TAR.
Il che è, in verità, in linea con la richiesta di Consulenza Tecnica d’Ufficio formulata da parte Zaniboni sin dal ricorso introduttivo al TAR.
La famiglia Zaniboni, infatti, sin dal primo atto del contenzioso in essere, ha richiesto che lo stato della propria abitazione (e, dunque, il livello di danno e l’inagibilità della stessa) vengano, per l’appunto, constatati da un tecnico nominato dal TAR e, dunque, da un tecnico che dovrà essere super partes.
V’è, dunque, non solo la disponibilità all’effettuazione di ulteriori verifiche (per quanto le risultanze degli accertamenti svolti dalla Protezione civile, dal Comando dei Vigili del Fuoco e da tutti i tecnici incaricati dalla Proprietà, siano conformi nell’attestare la richiamata inagibilità dell’intero immobile), ma nuovi accertamenti sono addirittura auspicati, purché condotti da tecnici effettivamente obiettivi.
Quanto, poi, ai riferimenti alle richieste di sopralluogo dei tecnici della Regione – tecnici attivati dal Comune – si precisa che di tali richieste due non sono state accolte per insufficiente preavviso e per sussistenza di precedenti impegni della famiglia Zaniboni.
L’ultima richiesta di sopralluogo, invece, è stata declinata in considerazione della circostanza che, nelle more, è avvenuto il deposito, presso la Procura della Repubblica di Ferrara, di una denuncia da parte della sig.ra Zaniboni e dunque, nella consapevolezza che la ridetta denuncia avrebbe potuto minare la serenità dei funzionari regionali che si fossero espressi, ritenendo opportuno rinviare ogni ulteriore accertamento in attesa degli accertamenti della Magistratura.
Tanto posto, e pur con tutte le riserve del caso, prendendo atto delle recenti esternazioni del Sindaco circa il fatto che la “prima preoccupazione” dello stesso Sindaco sarebbe la “sicurezza”, la famiglia Zaniboni tiene a evidenziare nuovamente la propria disponibilità all’effettuazione di un sopralluogo da parte dei tecnici regionali, ovviamente in contraddittorio con i propri tecnici.
Disponibilità che viene rinnovata nell’auspicio che ciò finalmente conduca ad una definizione rapida ed obbiettiva della vicenda e, dunque, non determini ulteriori ingiustizie a carico della famiglia Zaniboni.
Ciò, sempre fermo che l’inagibilità dell’immobile già risulta dalla documentazione tecnica da tempo in possesso del Sindaco (documentazione, come ricordato, proveniente dalla Protezione Civile, dal Comando dei Vigili del Fuoco e dai numerosi tecnici incaricati dalla Proprietà) e, dunque, sempre fermo il dovere del Sindaco di prendere atto di tali risultanze (ed, in proposito, si rimarca che anche il Consiglio di Stato, nella citata Ordinanza, tiene a richiamare i “poteri” – con i connessi doveri – “sindacali a tutela della pubblica incolumità”).
D’altro canto, tale rinnovata disponibilità viene ad essere esternata anche in considerazione della circostanza che il Sindaco, sul quotidiano on –line “Estense.com” , ha, comunque, pure dichiarato “l’attiguo fienile, che è ufficialmente inagibile e riceverà i fondi per il ripristino” .
Anche se, in verità, nel caso di specie, come abbondantemente documentato, ciò che viene definito “fienile” è, a tutti gli effetti, parte dell’unica abitazione, le riportate affermazioni del Sindaco costituiscono una novità che ci si augura possa essere un primo passo verso il riconoscimento alla famiglia Zaniboni di tutto ciò che alla stessa spetta.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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