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da: ufficio stampa Cna Ferrara

I progetti di sviluppo sono stati presentati questa mattina alla presenza degli assessori Serra e Ferri. Aperto uno spaccio aziendale

Una passione chiamata cashmere 100% italiano, prodotto artigianale interamente fatto a mano, in grado di conquistare il mondo. E’ quella di una piccola dinamica impresa, la Cashmere Team srl, con sede a Ferrara e un punto vendita a Milano, che oggi, proprio a partire dalla nostra città intende far arrivare ancor più lontano il suo marchio, già molto apprezzato all’estero, nella nicchia dei prodotti di lusso. L’ambizioso progetto di crescita aziendale (compresa l’apertura di uno spaccio presso la sede di via Zandonai 68) e di espansione del proprio mercato, è stato presentato oggi, venerdì dal titolare Michele Pagliero, agli assessori comunali Roberto Serra (Commercio, Fiere e mercati) e Caterina Ferri (Lavoro e attività produttive), alla presenza di Amelia Grandi e Alessandro Fortini, della Cna, alla quale Cashmere Team è associata.
“La nostra azienda, che produce il marchio Settefili Cashmere, opera per il 90% per l’export”, spiega Pagliero, originario di Bologna e con una lunga esperienza nel settore a Milano, ma che quest’anno ha deciso di trasferirsi qui, grazie alla manodopera locale altamente specializzata, con la quale opera da anni, e alle condizioni di vivibilità della nostra città. Tra i Paesi esteri nei quali esporta Cashmere Team srl, Francia, Gran Bretagna, Germania, Russia, Giappone e Corea, ai quali ora si stanno aggiungendo gli Stati Uniti. “Siamo una piccola impresa con un prodotto di grande qualità e vestibilità: interamente made in Italy, a partire dalla materia prima, come certificato dall’Agenzia delle Dogane, creato dalle sapienti mani di lavoratrici esperte (alcune di loro vantano una esperienza ultratrentennale), inimitabile proprio perché curato nei minimi dettagli”. Insieme alla moglie, Elena Monini, e al suo formidabile gruppo di lavoratrici Pagliero punta a grandi traguardi: entro la fine di quest’anno ritiene di poter arrivare all’obiettivo di un milione di euro di fatturato e di crescere ancora.
“Il futuro che immagino per Settefili Cashmere – precisa ancora Pagliero – è un percorso di crescita controllata, questo per proteggere il valore della nostra realtà. Ho pensato e progettato un laboratorio a Ferrara, proprio per la produzione di maglieria italiana di altissima qualità. «Voi siete un patrimonio dell’Unesco», ha dichiarato un nostro cliente del Giappone, dopo aver osservato come lavoriamo, la cura attenta e scrupolosa dei minimi dettagli. Questo io voglio salvaguardare, come il bene più prezioso dell’impresa”.
Un vero e proprio valore, “ben ripagato dai mercati internazionali – puntualizza Amelia Grandi, responsabile provinciale di Cna Federmoda – che continuano a mostrare un forte apprezzamento per le caratteristiche più autentiche del made in Italy, in particolare, verso i prodotti interamente realizzati a mano, con sapiente cura artigianale”.

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di Piermaria Romani

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

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