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Ho deciso di iniziare l’anno nuovo con una lettura impegnata. Ho acquistato su Amazon l’ultima opera di Proudhon e Grattari (Grat ta ‘ri), “La società pruriginosa”, edizioni Scabbia. Dopo la società liquida di Bauman, che ha lasciato eczemi e irritazioni su tutta la cute del corpo sociale, è questa l’ultima frontiera della sociologia.
La società dei pruriti, come se la dermatite pruriginosa fosse il morbo sociale del secolo. Pare che tutti i corpi sociali siano presi da un irresistibile bisogno di grattarsi.
Grattarsi di dosso i parassiti provenienti da terre esotiche e sconosciute, portatori di malattie per le quali non sono ancora stati scoperti i vaccini, ma che hanno come effetto di spargere batteri che aggrediscono in particolare il populismo e il sovranismo.
Neppure la pomata, “Primaglitaliani”, prodigioso ritrovato galenico dei laboratori Salvini, dicono sia in grado di lenire l’irritazione che ricopre l’epidermide dei soggetti più sensibili o particolarmente allergici ai ceppi esogeni.
Tuttavia l’orticaria sociale più pericolosa è diffusa dall’Herpes Virus Rom, originario dei paesi dell’Est, per tentare di estirparlo i laboratori della compagnia “Lega Ruspe” continuano indefessi la ricerca degli anticorpi contro il nomadismo.
C’è perfino un movimento “Gratta e Vinci”. Vinci se grattando ti escono cinque stelle, anche se gli scettici seminano il dubbio che sia solo propaganda, promesse per invogliare all’acquisto, perché di cartelle con cinque stelle sembra che non ce ne siano proprio in giro, per ora circolano cartelle che di stelle ne hanno solo 2,04.
Promettono perfino di grattare via la miseria, quella che prude di più. Raccontano che ci si potrà rivolgere a centri specializzati per interventi personalizzati con una spesa, tutta a carico della comunità, che potrà toccare i 780 euro mensili pro capite.
È accertato che molto prurito è proveniente dall’Europa, con soggetti portatori sani ma pericolosamente contagiosi come i Moscovici di nazionalità francese e gli Juncker del Lussemburgo. Alcune voci accreditate garantiscono, comunque, che a maggio prossimo an-che questa ondata endogena sarà definitivamente debellata.
Proudhon e Grattari sostengono che le società pruriginose sono impegnate a grattarsi forsennatamente le croste precedenti, in particolare un tipo speciale di croste diagnosticate come eczema “Fornero”, dal virus che le ha prodotte, responsabile di causare una sorta di attaccamento morboso al lavoro, per cui la gente non lo abbandonerebbe mai, tanto che gli attuali governanti sono costretti a mandare le persone in pensione con la forza.
Le croste precedenti sono le più pruriginose e sono quelle che si sono formate in varie parti del corpo sociale a causa del virus “Pdr” e dei governi che sono venuti prima del GRANDE CAMBIAMENTO.
Le società pruriginose sono caratterizzate da comportamenti tendenzialmente monadici, ognuno si gratta la rogna da sé, a casa o davanti al computer, perché questa è la democrazia diretta, propria delle società pruriginose ostili alla democrazia parlamentare, ritenuta la causa della diffusione di ogni prurito e delle croste precedenti.
La democrazia diretta ha il vantaggio che uno vale uno e che soprattutto non si rischia il contagio per via dell’incontro con l’altro e ciò garantisce che non si sarà costretti poi a ricorrere ai detestati vaccini che di solito come effetti collaterali indesiderati producono fastidiosi pruriti. Il laboratorio Rousseau della Casaleggio associati da tempo sta lavorando in questa direzione e promette una profilassi di massa tale da rendere il corpo sociale indenne, esente da dermatiti ed eczemi futuri.
Nelle società pruriginose senato e camera dei deputati sono soggette a sistematici interventi di disinfestazione, in quanto luoghi che forniscono il brodo di cultura ai germi più pericolosi, che poi spargono pruriti per tutto il corpo sociale, tanto da prevederne la definitiva messa al bando.
Le società pruriginose non necessitano più di tali istituzioni antiquate, ormai superate dai tempi. È sufficiente e più igienica una stretta di mano dopo aver firmato un contratto, come in tutti i commerci di questo mondo. Ci si mette d’accordo su cosa vendere al corpo sociale, ognuno offre la sua merce e ogni prurito sparisce. Si nomina un notaio, le società pruriginose hanno bisogno di notai, sono caratterizzate dal ruolo sociale del notaio che ha il compito di garantire il rispetto delle clausole sottoscritte dalle parti.
È sufficiente un blog. Ognuno pubblica la sua proposta contrattuale e quelle che riceve-ranno più like saranno realizzate sotto l’occhio vigile dei notai delle società pruriginose. È un ritorno alle più autentiche origini illuministe del contratto sociale del ginevrino.
Non solo, ci guadagna la salute di tutto il corpo sociale che così non viene esposto a pericolose contaminazioni e, nello stesso tempo, anche le casse pubbliche sui cui non graverà più l’onere di spesa per costose e farraginose elezioni, con schede e tessere da stampare, seggi da insediare, personale tra presidenti e scrutatori da pagare.
Le società pruriginose grattano via il vecchio anche dalle parole, hanno filosofi in questo specializzati. Filosofi che sognano nuovi linguaggi contro l’uso criminale e colonialista della lingua inglese che crea insopportabili arrossamenti per tutto il corpo sociale del sovranismo e del populismo.
Neologismi comuni alle società pruriginose sono termini come: militonti, pidioti, turbocapitalismo, euroinomani, plusgodimento, demofobia, gendercrazia, turbomondialismo, globomondialismo, cogito interrotto ed altri ancora. Ma presto saranno grattate via dai dizionari le vecchie parole per fare posto alla neolingua.
Anche le vetere nozioni di destra e sinistra, ancora resistenti nelle società liquide, hanno ceduto il passo al loro superamento nel “rossobruno”, perché nelle società pruriginose gli opposti non si respingono ma si incontrano, questa è la vera forza rivoluzionaria del cambiamento prodotta dalla teoria politica del “contratto di governo” di fronte al quale ogni machiavellismo ormai impallidisce.
Proudhon e Grattari riferiscono che ancora la ricerca sociologica non è in grado di spiegare come tutto ciò abbia potuto accadere. Sono state formulate diverse ipotesi, qualcuno parla di mutazione genetica irreversibile, altri, più pessimisti, della vittoria dell’ignoranza sul sapere.

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Giovanni Fioravanti

Docente, formatore, dirigente scolastico a riposo è esperto di istruzione e formazione. Ha ricoperto diversi incarichi nel mondo della scuola a livello provinciale, regionale e nazionale. Suoi scritti sono pubblicati in diverse riviste specializzate del settore. Ha pubblicato “La città della conoscenza” (2016) e “Scuola e apprendimento nell’epoca della conoscenza” (2020). Gestisce il blog Istruire il Futuro.

Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

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