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da: Ufficio Stampa SBArcheo

Il convegno si svolgerà da giovedì 21 a sabato 23 gennaio 2016.
Dipartimento di Storia Culture Civiltà, Aula Prodi.
Piazza San Giovanni in Monte 2, Bologna.
Il convegno è aperto a tutti ed è a ingresso libero.

Il Convegno si configura come l’esito di un triennio di ricerca corale di sette Atenei italiani a seguito del finanziamento del Progetto PRIN 2010-2011. Le novità emerse da queste indagini costituiranno l’occasione per dibattere in maniera ampia e articolata il tema, allargando lo sguardo ai grandi santuari dell’Etruria, non previsti nell’ambito del progetto, di Roma, della Grecia e della Magna Grecia.
Il Progetto e il Convegno che ne scaturisce nascono con l’intento di analizzare la relazione tra lo spazio del sacro e la città etrusca nelle sue espressioni politiche e istituzionali. I luoghi di culto sono un punto di osservazione privilegiato per la lettura della dialettica tra sfere sociali e politiche e per l’analisi delle dinamiche storiche che portano alla elaborazione degli assetti istituzionali.

Il programma:

Giovedì 21 gennaio 2016
15.00 Saluti istituzionali
Francesco Ubertini, Magnifico Rettore dell’Università di Bologna
Francesca Sofia, Direttore del Dipartimento di Storia Culture Civiltà
Luigi Malnati, Soprintendente Archeologia dell’Emilia Romagna

Presentazione
Giuseppe Sassatelli

15.30 Veio: dal culto aristocratico al culto poliadico
G. Bartoloni, D. Sarracino
16.00 Ritorno a Pian del Monte. Nuovi dati dall’abitato di Verucchio
P. Rondini, L. Zamboni
Verucchio: spazio abitativo e spazio rituale in un contesto di formazione protourbana avviata, ma non ancora compiuta
M. Harari
16.30 Coffee Break
17.00 Santuario dell’acropoli di Volterra: l’articolazione strutturale
L. Rosselli, E. Taccola
Santuario dell’acropoli di Volterra: i culti
M. Bonamici
17.30 Il sacro in Etruria: dentro e fuori la città
A. Maggiani

18.00 Discussione

Venerdì 22 gennaio 2016
9.00 Tra Caere e Pyrgi. I grandi santuari costieri e la politica di Caere
M.P. Baglione, L.M. Michetti
9.30 Orvieto, Campo della Fiera: forme del sacro nel “luogo celeste”
A. Giacobbi, S. Stopponi
10.00 La dimensione del sacro nella città di Kainua – Marzabotto
E. Govi
10.30 Coffee Break
11.00 La città e il sacro in Etruria padana: riti di fondazione e assetti urbanistico – istituzionali
G. Sassatelli
11.30 Lo spazio del sacro e la città: Cuma e Capua
C. Rescigno
12.00 Il contesto di Fratte
A. Pontrandolfo

12.30 Discussione

14.30 Il santuario dell’Ara della Regina di Tarquinia. I templi tra sacro e istituzioni politiche: un rapporto tra forma ed essenza
M. Bonghi Jovino
15.00 L’emporion arcaico: Gravisca e il suo santuario
M. Torelli
15.30 Pontecagnano e quadro generale del mondo etrusco – campano
L. Cerchiai
16.00 Il santuario di Fortuna e Mater Matuta nel Foro Boario: aspetti politico-religiosi tra età monarchica e repubblicana
P. Brocato
16.30 Coffee Break
17.00 Roma: Valle del Colosseo, Palatino nord – orientale tra età regia e prima repubblica (VI -V secolo a.C.)
C. Panella, S. Zeggio
17.30 Nuove ricerche nel santuario extraurbano di Fondo Iozzino a Pompei
M. Osanna, C. Pellegrino

18.00 Discussione

Sabato 23 gennaio 2016
9.00 Su alcuni spazi sacri ateniesi e il loro rapporto con assetti urbanistici e istituzioni politiche
E. Greco
9.30 Santuari e organizzazione urbana nelle città achee della Magna Grecia
F. Longo
10.00 Santuari e luoghi di culto preromani nell’Italia medio – adriatica
G. Tagliamonte
10.30 La terminologia etrusca per “santuario” e i suoi riflessi istituzionali
G. Colonna
11.00 Coffee Break

11.30 Discussione e Tavola Rotonda


Oltre ai relatori parteciperanno: C. Ampolo, D. Briquel, G. Camporeale, B. d’Agostino, C. Puzadoux

info e testi scaricabili su
http://www.disci.unibo.it/it/eventi/la-citta-etrusca-e-il-sacro.-santuari-e-istituzioni-politiche

Il Convegno sarà online in Live Streaming e potrà essere seguito in diretta tramite computer e tablet fino a un massimo di 200 ospiti. L’URL per accedere all’evento è https://webconference.unibo.it/disci e al momento della web conference si potrà accedere senza alcuna credenziale

Si ringraziano per il contributo: Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Dipartimento di Storia Culture Civiltà
Organizzazione: Prof.ssa Chiara Pizzirani
Segreteria organizzativa:
Dott. Andrea Gaucci andrea.gaucci3@unibo.it
Dott.ssa Giulia Morpurgo giulia.morpurgo2@unibo.it
Dott. Stefano Santocchini Gerg stefano.santocchini@unibo.it
Elaborazione grafica: Ing. Simone Garagnani (cover), Bononia University Press (redazione)

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5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
direttore responsabile


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