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da: Ufficio Stampa Paternest

Il fotovoltaico è entrato da diversi anni a far parte della produzione nazionale di energia nel nostro paese e stiamo diventando giorno dopo giorno un paese sempre più “Green”. Ma è davvero così?
L’obiettivo del Governo Italiano è di portare la produzione solare nazionale dagli attuali 200 MW/anno ai 2 GW/anno nel 2025 e ai 3 GW/anno negli anni a venire, grazie anche alle risorse del Recovery Plan.

Nel 2019 erano attivi sul territorio 860 mila impianti fotovoltaici per una potenza complessiva di 20,4 GW (fonte dati: Terna) e il numero delle aziende e dei privati che decidono di passare alla produzione di energia tramite pannelli solari continua ad aumentare.
In Europa siamo i terzi per produzione di energia pro-capite e, nel 2019, l’intera area Euro ha fatto registrare un incremento del 2,5% della capacità installata e del 3,5% delle vendite di impianti fotovoltaici.

Gli sforzi e le energie messe in campo sono notevoli, vedremo nei prossimi anni se i risultati saranno all’altezza delle aspettative.

A cosa è dovuto l’incremento degli impianti?

In Italia, secondo lo studio del GSE, tutte le province hanno già installato pannelli solari e si adoperano per la produzione di energia elettrica sostenibile, affiancando le tradizionali fonti di produzione.

Secondo i dati ARERA il costo per kilowattora è aumentato nell’ultimo anno passando dai 16,08  del secondo trimestre del 2020 ai 20,83 € dello stesso trimestre del 2021 e questo spinge ancora di più pubblico e privati verso l’autoproduzione con un risparmio sull’energia.

L’incremento in Europa nella produzione di energia solare è dovuta, da un lato alla diminuzione del prezzo degli impianti, causa dello sviluppo tecnologico e, dall’altro, nell’aumento dell’efficienza che permette al cliente di rientrare dell’investimento in un minor lasso di tempo.

Molti stati europei, compreso il nostro, danno la possibilità di fruire di bonus e incentivi per l’installazione di impianti fotovoltaici, incrementando l’ammontare della popolazione interessata al questa modalità di produzione energetica.

Questo è ben visibile nella distribuzione degli impianti fotovoltaici, con quelli inferiori ai 12 kWp, ovvero di piccola taglia, che hanno superato le 800 mila unità attive contro le quasi 14 mila degli impianti oltre i 12 kWp, indicando la sempre più vasta diffusione dell’energia solare in realtà medie e piccole.

La classifica delle province italiane

La Lombardia si distingue per il maggior numero di impianti installati con più di 130mila allestimenti nel suo territorio. Per quanto riguarda invece la potenza installata e la produzione, calcolata in gigawattora, al primo posto c’è la Puglia, grazie anche al clima favorevole della regione, che vede un’elevata radiazione solare.

In seconda e terza posizione invece troviamo la Lombardia e L’Emilia-Romagna con rispettivamente 2358,7 e 2311,9 GWh.

Nelle ultime posizioni, per energia solare prodotta, troviamo Liguria Valle d’Aosta che contribuiscono alla produzione nazionale solo per lo 0,5% e lo 0,2%.

Ecco come si è posizionata la regione Emilia Romagna  

La regione Emilia-Romagna si classifica Terza per quanto riguarda la produzione di energia tramite pannelli solari. Infatti, il valore di produzione in gigawattora è di 2311,902 rispetto al valore naizonale di 23688,9. Questo significa che la regione Emilia-Romagna riesce a produrre un ammontare di energia, da pannelli solari, pari al 9,8% dell’intera produzione nazionale. Andando a considerare la Potenza registrata nella regione Emilia-Romagna vediamo come questa si classifichi in Terza posizione con una produzione, sul totale nazionale, del 10,1%. Il valore registrato in Emilia-Romagna è di 2030,537 MegaWatt contro un valore medio nazionale di 1005,4MW.

Ecco come si è classificata la provincia di Ferrara   

La Provincia di Ferrara si posiziona al 43° posto nella classifica della potenza in MegaWatt tra le province italiane. Sul totale della potenza prodotta nella regione Emilia-Romagna, Ferrara ha una percentuale pari al 9,9% del totale. In termini numerici Ferrara ha raggiunto una potenza di 200,238MW. Considerando invece la produzione di energia solare Ferrara è al posto 46° con una percentuale sull’intera produzione della regione Emilia-Romagna pari al 9,5%. Il valore numerico per la produzione della provincia di Ferrara è di 220,722 Gigawattora.

La Distribuzione Pro-capite della produzione

Andando a vedere la Distribuzione Pro-capite della produzione il nostro paese registra un valore di 339 watt, classificandosi terza in Europa subito dopo Liechtenstein (530 watt pro capite) e Germania (486 W/ab.).

In questa particolare classifica si posiziona al primo posto in Italia la regione  Marche con un valore che supera i 700 W/ab.

L’incremento della produzione di energia attraverso le  fonti rinnovabili sta aumentando notevolmente negli ultimi anni. Secondo i dati 2019 del GSE, queste hanno prodotto il 39,4% del totale dell’energia generato in Italia. L’incremento è stato pari all’1,3% rispetto al 2018 e si prospetta un incremento molto simile anche per 2020 e 2021.

Questi dati prospettano un futuro sempre più verde, come anche il rapporto realizzato da Ember e Agora Energiewende che hanno stimato, nel 2020, il sorpasso della produzione rinnovabile nei confronti del carbon fossile con le prime che hanno toccato il 38% della produzione superando il 37% delle carbon fossili.

Qui sotto è riportata una tabella con la classifica completa per la Produzione di Energia nelle diverse regioni italiane:

Posizione Regione Produzione (GWh)      % su Produzione nazionale
1 Puglia 3.621,5 15,3%
2 Lombardia 2.358,7 10,0%
3 Emilia-Romagna 2.311,9 9,8%
4 Veneto 1.999,4 8,4%
5 Sicilia 1.826,9 7,7%
6 Piemonte 1.808,2 7,6%
7 Lazio 1.692,3 7,1%
8 Marche 1.310,9 5,5%
9 Sardegna 993,0 4,2%
10 Toscana 919,6 3,9%
11 Abruzzo 911,5 3,8%
12 Campania 907,0 3,8%
13 Calabria 649,5 2,7%
14 Friuli Venezia Giulia 557,4 2,4%
15 Umbria 553,4 2,3%
16 Basilicata 466,6 2,0%
17 Trentino-Alto Adige 437,6 1,8%
18 Molise 223,8 0,8%
19 Liguria 112,7 0,5%
20 Valle d’Aosta 27,1 0,2%
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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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Francesco Monini
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