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da: Elena Muzzani

Oggi 3 aprile presso I.C. 7 di San Bartolomeo in Bosco, le classi terze hanno avuto un incontro con il professor Cazzola, che già era venuto presso lo stesso istituto in occasione del giorno della memoria.
Tutte tre le classi della scuola media hanno assistito ad una lezione su Giovanni Pascoli.
Il professore ha analizzato in particolare la lirica Lavandare, tratta dalla raccolta Miryacae, conducendo alunni e docenti alla scoperta di parole, di suoni e contenuti della poesia.
Parole che sono state etimologicamente messe sotto osservazione, attraverso una lente di ingrandimento che si chiama Claudio Cazzola .
E’ stato molto interessante quando il professore ha illustrato ai ragazzi come un autore apparentemente semplice, spesso studiato anche alla scuola primaria, dai contenuti accessibili, abbia in realtà alle spalle uno studio, una conoscenza del mondo classico che se filtrato attraverso l’esperienza personale trova nella scrittura e nel momento della composizione lirica la sua massima concretizzazione andando a pescare a piene mani nella tradizione culturale e popolare.
Il poeta sembra di conseguenza una sorta di rielaboratore, intento a restituire emozioni tali da coinvolgere i lettori di ogni tempo ed età.
Gli studenti hanno avuto a loro disposizione non effetti speciali o fuochi di artificio di tipo multimediale, ma una persona, capace attraverso l’uso della parola, attraverso l’esperienza di anni di docenza presso il liceo Ariosto di Ferrara la possibilità di accedere a contenuti che nella pratica quotidiana della didattica spesso non si affrontano.
Indirizzati dal docente i ragazzi hanno riflettuto sui contenuti, sulla struttura della lirica stessa.
La Cultura con la C maiuscola è stata ospite dell’Istituto numero 7, con l’intento di assolvere a quello scopo che la scuola nel suo insieme si propone di promuovere: formare menti aperte menti che si aprano al domani avendo un occhio di riguardo verso la nostra tradizione culturale e territoriale.
Le menti dei ragazzi come campi arati nei quali piccoli semi sono stati piantati e con i quali si andrà a comporre il raccolto del nostro domani prossimo futuro.
Grazie professor Cazzola, al prossimo incontro.

Prof.ssa Elena Muzzani

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Riceviamo e pubblichiamo


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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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