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da: ufficio stampa Comune di Comacchio

Nel solco tracciato dalla memoria storica delle operazioni delle forze alleate che, nell’aprile del 1945, consentirono anche a Comacchio di riscattarsi dall’occupazione nazi-fascista, si sono svolte questa mattina tre cerimonie commemorative, in presenza di una numerosa delegazione britannica. Il Sindaco Marco Fabbri alle ore 9, congiuntamente al Generale di Brigata dell’Esercito inglese Generale Richard Hardy Duncan Thomay, al Maggiore Matthew Whitchchurh e al Presidente locale dell’ANPI, Vincenzino Folegatti, ha deposto la prima corona di alloro in valle Pega, presso il cippo, che commemora il sacrificio di Vincenzino Folegatti. Alle ore 9.30 un analogo momento celebrativo si è svolto al Lido degli Estensi, a ricordo del caporale inglese Thomas Hunter e dei partigiani comacchiesi caduti in un’imboscata il 3 aprile 1945. Alle ore 10 il corteo si è spostato a Comacchio, presso il cippo eretto in memoria del Maggiore danese Anders Lassen e dei giovani soldati inglesi caduti il 9 aprile 1945, durante l’Operazione Roast, per la Liberazione di Comacchio. “Questa è una giornata di grande significato simbolico – ha commentato Brian Lett Gordon, coordinatore della delegazione inglese -, perchè rilancia con forza i valori della pace, dell’amicizia, della solidarietà e con essi quello della nostra storia comune, che è la Resistenza. Qui c’è un reparto dell’esercito inglese, che sta studiando la seconda guerra mondiale – ha aggiunto Lett Gordon -, non solo per scoprire le azioni militari compiute dalle forze anglo-americane sulla Linea Gotica, ma anche per conoscere le sofferenze ed i sacrifici che affrontò la popolazione civile.”
Presenti alle commemorazioni anche il Comandante dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto Garibaldi, Tenente di Vascello Fabrizio Vittozzi, il Comandante del NORM del Comando Compagnia Carabinieri di Comacchio, Tenente Andrea Coppi, il Comandante della Tenenza di Finanza di Comacchio, Tenente Danilo Errera, il Vice-Comandante del Comando di Polizia Municipale, Commissario Concetto Tomasi, il Capo-Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Comacchio, Adriano Buoso, una rappresentanza dell’ANPI e della Protezione Civile “Trepponti”.
Le celebrazioni proseguiranno, come di consueto, lunedì 25 aprile prossimo nelle frazioni e nel capoluogo.

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COMUNE DI COMACCHIO


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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