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da: Collettivo TM15

BREATHTAKING è il risultato di uno shooting dei fotografi Alessandro Passerini, Matteo Pagnoni e Irene Pinardi presso l’atelier dell’artista Flavia Franceschini. Il progetto è nato all’interno della mostra ‘Mozzafiato’ sul tema della violenza alle donne, in esposizione a novembre 2013 presso la Galleria del Carbone di Ferrara e nel mese di marzo 2014 presso la Galleria Barocci di Urbino.

Gli abiti sono della fashion designer Elena Massari, e sono indossati da Anja Rossi e Irene Bergamnini.

“Tre obbiettivi, due donne, un ambiente.
Tre elaborazioni, due personalità, uno studio.
Tre fotografi, due modelle, un set.

Così BREATHTAKING project inizia la sua avventura, il suo viaggio nel tempo che non dimentica la contemporaneità delle due ragazze, completamente calate nel loro secolo, che si immergono in un ambiente saturo di dettagli, espliciti richiami all’inizio del Novecento e atmosfere vagamente Jugenstil.

Style anni ’30 su corpi tatuati, commistioni di look che inquadrano la confusione contemporanea che pone la donna come strumento della sua stessa emancipazione, movimenti strettamente odierni in uno studio che ha dettagli di una somma forfettaria di epoche lontane tra loro, che forse le incarna tutte e forse non ne rappresenta nessuna. Così, BREATHTAKING project, ricorda la difficoltà di affermare la condizione femminile dei secoli che ci hanno anticipato, sottolineando, però, che in fondo oggi la difficoltà è stata semplicemente traslata in altri livelli sociali.

Passerini, Pagnoni e Pinardi hanno regalato un personale contributo fotografico, concentrandosi sul medesimo tema, esaltandone punti di visione differenti, utilizzando tecniche visive completamente diverse. Da un mosso che nasconde, cela ma non ruba di Irene Pinardi, Matteo Pagnoni offre un’immagine che viaggia attraverso una costruzione mediata dai contrasti, dove la luce annulla, amplifica, cancella e sottolinea il sottile imporsi delle modelle, che mantenendo riconoscibile il vintage, dominano lo sfondo.

Passerini, infine, elabora l’atmosfera vintage con un’impeccabile geometria di luce, che coinvolge il colore, che si alterna a scatti in bianco e nero, senza mai dimenticare la cura del dettaglio che fonde una contemporaneità spinta, intrinseca nelle modelle, con quell’atmosfera di malinconia per un tempo che non si ha mai vissuto ma che, con questi scatti così romanticamente un po’ Art Nouveau, diventa facile da immaginare”.

Michela Malisardi
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Data: dal 16 marzo al 6 aprile 2014

Spazio Espositivo: Delizia Estense del Verginese, via verginese – 44015 – Gambulaga (FE)
+39 335 236673 – verginese@atlantide.net – www.atlantide.net

Genere: collettiva di fotografia

Orari: sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00.
Ingresso gratuito.

Patrocini: Comune di Portomaggiore, Cooperativa Atlantide, UNESCO, Collettivo TM15, Associazione tamèr, Galleria del Carbone, Premio Nazionale di Arte Contemporanea ‘B.Cascella’, Premio Nazionale di Arte Contemporanea ‘P. Occhi’, Terry May Home Gallery, M27 Gallery, il Faro Verde.

Catalogo: a cura di Alessandro Passerini, grafica PasseArt, pp.74.
On line su http://issuu.com/alessandropasserini/stacks/8880aa58c69d44b1bc06828208eef430

Curatore: Alessandro Passerini.

Artisti: Alessandro Passerini, Matteo Pagnoni, Irene Pinardi.
Fashion Designer: Elena Massari.
Modelle: Anja Rossi e Irene Bergamini.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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