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di Maurizio Olivari

Come ogni mattina, al levarsi del sole nel cielo, papà Nuvolotto, andava a svegliare la famiglia: mamma Nuvola e i figli Nuvoletti.
Iniziavano la loro giornata in giro, nel cielo, spinti dall’amico Venticello che anche allora li accolse con un buon giorno e la solita richiesta: “Oggi dove andiamo?”
Il papà propose la montagna, la mamma preferiva la campagna e i Nuvoletti gridarono di voler andare al mare.
Venticello decise che avrebbero fatto un bellissimo giro: dalle montagne, passando per le pianure, fino a mare, accontentando così tutte le richieste.
”Forza, sistematevi in formazione di volo”, ordinò Venticello, “Papà e mamma davanti, e voi discoletti prendetevi per mano… si parte!”
Cominciò a soffiare con forza per alzarli nel cielo, tanto che i piccoletti si lamentavano un po’ perchè finivano spesso per urtarsi fra loro o finire contro mamma e papà.
Giunti sulle montagne, guardarono le persone che stavano camminando nei sentieri e che, visto il gruppo di nuvole, si affrettavano a indossare impermeabili e berretti.
“Cosa facciamo Venticello, sganciamo un po’ d’acqua?”, chiese Nuvolotto.
“No, no”, rispose Venticello, “Non vedi quanti bambini ci sono? Lasciamoli passeggiare e divertirsi… sganceremo più avanti!”
Ripresero il loro viaggio incontrando una formazione di nuvole straniere che provenivano da sud. Erano grosse e nere da far paura. Così la famigliola deviò il tragitto per evitare lo scontro, poi proseguì cercando di ignorarle, i Nuvoletti però si girarono sbeffeggiandole per il loro colore, ricevendo, per tutta risposta, due bei lampi che fecero correre i Nuvoletti tra le braccia di mamma e papà. La famiglia, così formata, divenne un’unica, grande nuvola bianca, che Venticello spinse verso la pianura.
Incontrarono immense distese di campi, alcuni incolti, altri con piante d’ogni genere, e mamma Nuvola era felice di vedere la terra con tanti quadrati, di diversi colori, tanto da sembrare uno splendido dipinto. Guardando meglio, vide un fazzoletto di terra scura, molto arida, che sembrava come abbandonata.
Allora si fermò, e con lei tutta la famiglia, chiese a Venticello di riposarsi per riprender fiato, poi andò a sistemarsi col resto del gruppo proprio sopra il campo secco e incolto.
“Pronti bambini ? Uno, due, tre… sganciare!” ordinò la mamma. A quel comando tutti i Nuvoletti si liberarono di una parte dell’acqua che avevano con sé, tutti centrarono il bersaglio tranne Nuvoletto Tre, che era rimasto un po’ fuori dal gruppo e finì per innaffiare il campo appresso, coltivato a broccoletti e cicoria.
A lancio avvenuto, tutti soddisfatti, i Nuvoletti gridarono a gran voce di voler andare al mare.
Venticello, riposato e di nuovo operativo, riprese a soffiare e tutti insieme si rimisero in viaggio verso il litorale!
Era proprio una splendida giornata d’estate, con un cielo così azzurro e limpido che si era visto poche volte, e un sole tondo e caldo che risplendeva in alto nel firmamento.
Tanto che i Nuvoletti erano la sola famiglia di nuvole che appariva alle centinaia di bagnanti sulle spiagge, come un grande batuffolo di cotone candido che viaggiava alto nell’azzurro intenso del cielo.
“Papà, sganciamo qui?“ chiesero i Nuvoletti, Nuvoletto Due era il più insistente: “Dai, dai… così scappano tutti!”
“Nemmeno per sogno, biricchini che non siete altro! Questi dispetti non si fanno!” sgridò mamma Nuvola.
“Solo un pochino.” provò a insistere Nuvoletto Tre.
“Avanti tutti insieme!” gridò allora papà Nuvolotto, “Forza Venticello soffia!”
Perciò il gruppo ripartì veloce, senza accorgersi che Nuvoletto Tre era rimasto indietro, fermo sopra la spiaggia affollata.
Nuvoletto Tre osservava con interesse i bambini sulla spiaggia: alcuni giocavano con la palla, altri saltavano in acqua e altri ancora costruivano castelli di sabbia. Ma quando si rese conto d’esser rimasto solo, cominciò a preoccuparsi. Si guardò intorno e s’accorse che la famiglia era ormai lontana verso l’orizzonte.
Era la prima volta che si trovava da solo, così, dal dispiacere, cominciò a piangere forte forte, bagnando tutte le persone che erano sulla spiaggia sotto di lui.
E mentre tutti quanti correvano a cercar riparo, i bambini nella spiaggia intuirono la situazione e decisero di aiutare la nuvoletta piangente. Così, riunitisi tutti quanti in gruppo, cominciarono a soffiare con tutta la forza che avevano in corpo verso l’alto, per permettere alla nuvoletta di spostarsi e raggiungere il resto della famiglia. Molti adulti si unirono ai bambini soffiando insieme a loro. In questo modo la nuvoletta iniziò a muoversi, avvicinandosi sempre più alla propria famiglia; di nuovo al sicuro, smise di piangere e di bagnare i suoi salvatori.
Intanto la famiglia Nuvolotti, si era fermata per aspettare il figlio che, sospinto dal soffio di centinaia di bambini, riuscì finalmente a raggiungerla.
Proprio in quel momento, partì dalla spiaggia un fragoroso applauso che si udì per tutto il litorale, mentre Nuvoletto Tre, aiutato da Venticello, fece una piroetta a voler sembrare un inchino di ringraziamento.
Di nuovo unita, la famiglia Nuvolotti proseguì il proprio viaggio verso l’orizzonte. E nessuno, almeno finora, la vide più.

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