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da: ufficio comunicazione ed eventi Unife

Al via venerdì 22 gennaio a Palazzo Bevilacqua Costabili, (via Voltapaletto, 11), il Corso di Perfezionamento in Valutazioni Farmacoeconomiche e Sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), organizzato dal Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Ferrara con la collaborazione della Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (SIFO).
Il corso, che nasce con l’obiettivo di creare un percorso di apprendimento sull’utilizzo delle tecniche di valutazione farmacoeconomica per le decisioni aziendali, è rivolto a tutti coloro che operano nei servizi farmaceutici a vario livello e tratterà argomenti quali le politiche farmaceutiche, l’economia del farmaco e la farmacoeconomia.
Al percorso formativo, della durata di 42 ore, interverranno docenti dell’Università di Ferrara ed esperti del settore, professionisti dell’area programmazione dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), dirigenti dell’area farmaceutica della Regione Emilia Romagna e di altre, che illustreranno le loro esperienze. Sono venti i partecipanti da tutta Italia che si cimenteranno con i temi di economia sanitaria in programma nelle sei giornate del Corso.
“L’iniziativa ha da subito riscosso successo – afferma la Prof.ssa Emidia Vagnoni, Direttrice del Corso – complice l’esigenza del Servizio Sanitario Nazionale di dotarsi di strumenti che permettano di fornire prestazioni che contemperino costo ed efficacia, o anche costo e benefici. Nelle aziende del SSN i professionisti dell’area del farmaco sono sottoposti continuamente alle pressioni dettate dalla necessità di contenimento della spesa farmaceutica, anche per effetto dell’introduzione di nuovi prodotti ad alto costo. Ad essi è richiesto di interpretare di volta in volta i diversi scenari proposti dal sistema sanitario e di partecipare all’attuazione delle politiche farmaceutiche nazionali e regionali, nel rispetto delle esigenze dei pazienti e della qualità del servizio sanitario. In tal senso, gli strumenti di lavoro della farmacoeconomia possono contribuire a supportare la sostenibilità del SSN attraverso l’attività dei farmacisti ospedalieri, mitigando il trade-off tra costi dei farmaci e benefici generati”.

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UNIVERSITA’ DI FERRARA


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

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Francesco Monini
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