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da: ufficio stampa Festa del Libro Ebraico

“Tutti gli appuntamenti in programma sono andati benissimo: dai concerti, sempre affollati, ai convegni. Seguitissimo, ad esempio, quello su marrani e conversos, di cui pubblicheremo presto gli atti. E, nonostante una leggera flessione dovuta al maltempo, molto bene anche le vendite alla libreria del Chiostro di San Paolo, che hanno raggiunto il picco nelle giornate di Sabato e Domenica”.
È di segno assolutamente positivo il bilancio che Riccardo Calimani, Presidente della Fondazione MEIS (Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah), traccia della quinta edizione della Festa del Libro Ebraico in Italia, organizzata proprio dalla Fondazione, con il supporto di Ferrara Fiere.
E sulla stessa lunghezza d’onda sono le considerazione di Nicola Zanardi, Presidente della Fiera: “Sono molto soddisfatto dell’impatto che la città ha avuto nei confronti della Festa. La mia percezione è che, quest’anno, l’abbia sentita più sua, con una maggiore partecipazione e attenzione ai contenuti proposti, agli incontri con gli autori, ai concerti. Malgrado le condizioni meteorologiche non ci abbiano certo favoriti, l’obiettivo della Festa, che era quello di trasferire contenuti importanti, impegnativi, e di approfondire la conoscenza della cultura ebraica presso il pubblico più ampio, può dirsi completamente centrato”.
Esaurito il capitolo dei bilanci, Calimani guarda anche al futuro della Festa: “Di sicuro andrà avanti fino a quando non verrà aperto il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah. I fondi per completare il primo lotto ci sono e, una volta inaugurato il MEIS, si tratterà di ragionare sulla programmazione museale. A quel punto – prosegue –, la Festa dovrà necessariamente ‘cambiare pelle’. Non potrà più essere un evento estemporaneo, annuale, ma dovrà diventare in un certo senso permanente, in linea con il duplice carattere del Museo: in parte esposizione, in parte – soprattutto – laboratorio di idee, in cui convogliare tutte le energie che finora sono state assorbite dalla Festa”.
Energie che trovano riscontro nei numeri della Festa del Libro Ebraico 2014: diciassette conversazioni e tredici incontri con gli autori, che hanno coinvolto complessivamente circa cinquanta tra scrittori, giornalisti e studiosi. Undici convegni su temi di grande interesse, quali – solo per citarne tre – i già citati conversos e marrani, lo stato dell’arte del MEIS e il dopo Shoah, con la partecipazione di figure di profilo internazionale (basti pensare alla presenza di esponenti delle università di Gerusalemme, Lisbona e Ramat Gan). La mostra “Vita, colore, fiabe. Il mondo ebraico di Emanuele Luzzati”, a cura di Sergio Noberini (Museo Luzzati, Genova) e Michela Zanon (Comitato Scientifico della Fondazione MEIS), che proseguirà fino al 27 Luglio presso la sede del MEIS (Via Piangipane, 81). Otto esibizioni tra concerti e spettacoli teatrali, con artisti di spicco come Miriam Meghnagi e il Ben Goldberg Trio, spaziando dalla musica classica al modern jazz, dalla musica sefardita a quella yiddish, senza contare il cortometraggio “Nel silenzio” di Andrea Barra e Carlo Magri. Venti escursioni culturali e visite guidate nella Ferrara ebraica, dal ghetto al MEIS, dal cimitero di Via delle Vigne fino al quartiere ebraico di Cento. Dieci degustazioni di piatti di ispirazione ebraico-ferrarese. Due premi: il “Pardes”, per la valorizzazione e diffusione della conoscenza della cultura e tradizione ebraica in Italia e in Europa, è andato a Lizzie Doron per la letteratura, a Enrico Mentana alla carriera e a Gioele Dix per la saggistica; in memoria di Aron di Leone Leoni, studioso e autore di opere fondamentali sulla storia della diaspora sefardita, sono stati, poi, conferiti tre riconoscimenti a Laura Graziani Secchieri, Myriam Silvera e Pier Cesare Ioli Zorattini.
Non meno impressionanti i dati ‘virtuali’ riguardanti la Festa: ottimi risultati in termini di accessi (anche dall’estero, specie Stati Uniti e Francia) li ha, infatti, ottenuti il nuovo sito web del MEIS e della Festa del Libro Ebraico (www.meisweb.it) che, configurato come un portale, ha raccolto tutto quello che poteva servire per la fruizione online della manifestazione: informazioni sul programma e sugli ospiti, variazioni, news, la rassegna stampa completa, notizie su Ferrara e sugli appuntamenti paralleli, fotografie e video degli interventi. Da segnalare, inoltre, che dieci tra gli eventi in programma sono stati trasmessi in diretta streaming e che, sempre in tempo reale, immagini, commenti, persone e fatti della Festa sono stati puntualmente rilanciati su twitter.

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Riceviamo e pubblichiamo


Ogni giorno politici, sociologi economisti citano un fantomatico “Paese Reale”. Per loro è una cosa che conta poco o niente, che corrisponde al “piano terra”, alla massa, alla gente comune. Così il Paese Reale è solo nebbia mediatica, un’entità demografica a cui rivolgersi in tempo di elezioni.
Ma di cosa e di chi è fatto veramente il Paese Reale? Se ci pensi un attimo, il Paese Reale siamo Noi, siamo Noi presi Uno a Uno.  L’artista polesano Piermaria Romani  si è messo in strada e ha pensato a una specie di censimento. Ha incontrato di persona e illustrato il Paese Reale. Centinaia di ritratti e centinaia di storie.
(Cliccare sul ritratto e ingrandire l’immagine per leggere il testo)

PAESE REALE

di Piermaria Romani

 

Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

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