LA FONDAZIONE TITO BALESTRA ONLUS PREMIATA DALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA TRAMITE LA LEGGE 18/2000 SUL SISTEMA MUSEALE REGIONALE
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Sono 19 le convenzioni attivate dalla Regione Emilia-Romagna con altrettante attività museali e la Fondazione Tito Balestra di Longiano è tra queste, il progetto inviato infatti è stato premiato arrivando per punteggio secondo in graduatoria dietro alla Fondazione Ettore Guatelli ma con il più alto contributo assegnato, ben 87mila euro in tre anni che sono sinonimo di quanto la Regione abbia apprezzato il lavoro formativo e di ricerca dedicato al 900 in tutte le sue sfaccettature del polo culturale di Longiano che da anni da prestigio e visibilità alla città. Il contributo sarà regolato da una convenzione fra Regione e Fondazione Tito Balestra Onlus. Un consolidamento importante, perché la Regione Emilia-Romagna riconosce dal 2010 la Fondazione Tito Balestra Onlus come struttura di rilevanza Regionale e le finalità del contributo saranno ossigeno per l’indispensabile lavoro di conservazione, catalogazione, informazione, promozione, divulgazione e ricerca.
Queste le parole del Direttore della Fondazione Flaminio Balestra: Ogni volta che ci accingiamo a preparare un progetto per una richiesta di contributo cerchiamo sempre di avere ben chiaro che il lavoro di un museo non è solo l’utenza del pubblico, che pure è molto importante, ma è soprattutto memoria, ricerca, catalogazione: tutti lavori che in Fondazione facciamo fin dalla sua nascita nel nome di Tito Balestra che ci ha lasciato una importante eredità culturale. Per questo siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto, perché il riconoscimento regionale ci dà modo di essere progettuali sulla triennalità e soprattutto ci dà la possibilità di attivare proficue e stimolanti collaborazioni.
La Fondazione “Tito Balestra” è situata nei locali del Castello Malatestiano di Longiano. Al suo interno ospita una delle raccolte d’arte del Novecento e contemporanea più ricche dell’Emilia-Romagna. La Fondazione ha sempre operato affinché la città di Longiano fosse dotata di un museo moderno ed efficiente, particolarmente attento agli standard richiesti dalle leggi nazionali e regionali, attuando un’ intensa attività culturale:mostre, convegni, seminari, didattica. Nel 2010, in coincidenza con le celebrazioni per i vent’anni, la Fondazione Tito Balestra Onlus ottiene, grazie a questa mission, con delibera della Giunta della Regione Emilia-Romagna, il “primo riconoscimento dei musei della Regione Emilia Romagna in base agli standard ed obiettivi di qualità ai sensi della L.R. 18/2000”. Questo riconoscimento ha tenuto conto del rispetto delle normative vigenti in materia di musei e di sicurezza con grande attenzione all’attività didattica di cui la Fondazione è stata pioniera nel territorio, alla qualità dei servizi offerti al pubblico, all’attività editoriale e non per ultimo all’uso di tecnologie avanzate, applicate a sicurezza, archiviazione, catalogazione e visite guidate.
Riceviamo e pubblichiamo
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di Piermaria Romani
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Caro lettore
Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.
Se già frequentate queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.
Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani. Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito. Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.
Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta. Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .
Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line, le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.
Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e di ogni violenza.
Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”, scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.
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