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Da: Comunicazione Istituzionale e Digitale Unife Ufficio Stampa

Cinque conferenze sull’Olocausto aperte alla città con esperti nazionali e internazionali

Come si fa a dire l’indicibile, con che strumenti, con quali limiti? Come si fa a tramandare la memoria all’interno di un sistema mediatico che continua a mutare?

Proveranno a rispondere a queste domande le cinque conferenze del ciclo di seminari “La (in)dicibilità del Male: quale lingua per raccontare la Shoah?” a cura di Isabella Mattazzi del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Ferrara.

Domande che possono fornire uno strumento critico prezioso per le studentesse e gli studenti del Corso di Studi in Lingue e Letterature moderne, per le alunne e gli alunni della Scuola secondaria e per la città di Ferrara. Gli incontri sono infatti pensati come un laboratorio di riflessione sui limiti del linguaggio, su una possibile declinazione politica della parola letteraria, così come sul rapporto complesso tra l’Uomo e la Storia.

I singoli eventi saranno tenuti da esperti nazionali e internazionali sul tema della narrazione della Shoah e si terranno nell’Aula A1 del Polo Didattico degli Adelardi, (Via degli Adelardi, 33).

Programma
Lunedì 14 ottobre, ore 16.15

Auschwitz-Oświeçim-Oshpitzin: l’infrastruttura educativa della memoria
Apertura dei lavori con Alessandro Balboni, Assessore ai rapporti con l’Università di Ferrara e Paolo Tanganelli, Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici di Unife
Grzegorz Karol Russek – International Youth meeting center in Oświęcim/Auschwitz, Centro di Cultura ebraica di Cracovia
Emiliano Ranocchi – Università di Udine

Lunedì 21 ottobre, ore 16.15

Narrare la Shoah. Finzione, testimonianza e nuovo paradigma di verità
Simone Regazzoni – Filosofo

Lunedì 28 ottobre, ore 16.15
Auschwitz, la cultura pop e le disavventure dell’Irrappresentabile
Guido Vitiello – Università di Roma3

Lunedì 4 novembre, ore 16.15
Incarnare memoria. I fantasmi nel teatro di George Tabori
Laura Forti – Regista e autrice teatrale, traduttrice Einaudi

Lunedì 11 novembre, ore 16.15
Lo stile della memoria. Testimonianza e racconto in Primo Levi
Niccolò Scaffai – Università di Lausanne

Gli incontri sono aperti a tutta la cittadinanza fino a esaurimento posti.
L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Ferrara e dal MEIS (Museo nazionale dell’ebraismo e della Shoah).

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Riceviamo e pubblichiamo


PAESE REALE

di Piermaria Romani

PROVE TECNICHE DI IMPAGINAZIONE

Top Five del mese
I 5 articoli di Periscopio più letti negli ultimi 30 giorni

05.12.2023 – La manovra del governo Meloni toglie un altro pezzo a una Sanità Pubblica già in emergenza, ma lo sciopero di medici e infermieri non basterà a salvare il SSN

16.11.2023 – Lettera aperta: “L’invito a tacere del Sindaco di Ferrara al Vescovo sui Cpr è un atto grossolano e intollerabile”

04.12.2023 – Alla canna del gas: l’inganno mortale del “mercato libero”

14.11.2023 – Ferrara, la città dei fantasmi

07.12.2023 – Un altro miracolo italiano: San Giuliano ha salvato Venezia

La nostra Top five
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 5 articoli degli ultimi 30 giorni consigliati dalla redazione

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Pescando un pesce d’oro
5 titoli evergreen dall’archivio di 50.000 titoli  di Periscopio

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Caro lettore

Dopo molti mesi di pensieri, ripensamenti, idee luminose e amletici dubbi, quello che vi trovate sotto gli occhi è il Nuovo Periscopio. Molto, forse troppo ardito, colorato, anticonvenzionale, diverso da tutti gli altri media in circolazione, in edicola o sul web.

Se già frequentate  queste pagine, se vi piace o almeno vi incuriosisce Periscopio, la sua nuova veste grafica e i nuovi contenuti vi faranno saltare di gioia. Non esiste in natura un quotidiano online con il coraggio e/o l’incoscienza di criticare e capovolgere l’impostazione classica di questo “il giornale” un’idea (geniale) nata 270 anni fa, ma che ha introdotto  dei codici precisi rimasti quasi inalterati. Nemmeno la rivoluzione digitale, la democrazia informava, la nascita della Rete, l’esplosione dei social media, hanno cambiato di molto le testate giornalistiche, il loro ordine, la loro noia.

Tanto che qualcuno si è chiesto se ancora servono, se hanno ancora un ruolo e un senso i quotidiani.  Arrivano sempre “dopo la notizia”, mettono tutti lo stesso titolo in prima pagina, seguono diligentemente il pensiero unico e il potente di turno, ricalcano in fotocopia le solite sezioni interne: politica interna, esteri, cronaca, economia, sport…. Anche le parole sembrano piene di polvere, perché il linguaggio giornalistico, invece di arricchirsi, si è impoverito.  Il vocabolario dei quotidiani registra e riproduce quello del sottobosco politico e della chiacchiera televisiva, oppure insegue inutilmente la grande nuvola confusa del web.

Periscopio propone un nuovo modo di essere giornale, di fare informazione. di accostare Alto e Basso, di rapportarsi al proprio pubblico. Rompe compartimenti stagni delle sezioni tradizionali di quotidiani. Accoglie e dà riconosce uguale dignità a tutti i generi e tutti linguaggi: così in primo piano ci può essere una notizia, un commento, ma anche una poesia o una vignetta.  Abbandona la rincorsa allo scoop, all’intervista esclusiva, alla firma illustre, proponendo quella che abbiamo chiamato “informazione verticale”: entrare cioè nelle  “cose che accadono fuori e dentro di noi”, denunciare Il Vecchio che resiste e raccontare Il Nuovo che germoglia, stare dalla parte dei diritti e denunciare la diseguaglianza che cresce in Italia e nel mondo. .

Con il quotidiano di ieri, così si diceva, oggi ci si incarta il pesce. Non Periscopio, la sua “informazione verticale” non invecchia mai e dal nostro archivio di quasi 50.000 articoli (disponibile gratuitamente) si pescano continuamente contenuti utili per integrare le ultime notizie uscite. Non troverete mai, come succede in quasi tutti i quotidiani on line,  le prime tre righe dell’articolo in chiaro… e una piccola tassa per poter leggere tutto il resto.

Sembra una frase retorica ma non lo è: “Periscopio è un giornale senza padrini e senza padroni”. Siamo orgogliosamente antifascisti, pacifisti, nonviolenti, femministi, ambientalisti. Crediamo nella Sinistra (anche se la Sinistra non crede più a se stessa), ma non apparteniamo a nessuna casa politica, non fiancheggiamo nessun partito e nessun leader. Anzi, diffidiamo dei leader e dei capipopolo, perfino degli eroi. Non ci piacciono i muri, quelli materiali come  quelli immateriali, frutto del pregiudizio e dell’egoismo. Ci piace “il popolo” (quello scritto in Costituzione) e vorremmo cancellare “la nazione”, premessa di ogni guerra e  di ogni violenza.

Periscopio è quindi un giornale popolare, non nazionalpopolare. Un quotidiano “generalista”,  scritto per essere letto da tutti (“quelli che hanno letto milioni di libri o che non sanno nemmeno parlare” F. De Gregori), da tutti quelli che coltivano la curiosità, e non dalle elites, dai circoli degli addetti ai lavori, dagli intellettuali del vuoto e della chiacchiera.

Periscopio è  proprietà di un azionariato diffuso e partecipato, garanzia di una gestitone collettiva e democratica del quotidiano. Si finanzia, quindi vive, grazie ai liberi contributi dei suoi lettori amici e sostenitori. Accetta e ospita sponsor ed inserzionisti solo socialmente, eticamente e culturalmente meritevoli.

Nato quasi otto anni fa con il nome Ferraraitalia già con una vocazione glocal, oggi il quotidiano è diventato: Periscopio naviga già in mare aperto, rivolgendosi a un pubblico nazionale e non solo. Non ci dimentichiamo però di Ferrara, la città che ospita la redazione e dove ogni giorno si fabbrica il giornale. e Ferraraitalia continua a vivere dentro Periscopio all’interno di una sezione speciale, una parte importante del tutto. 
Oggi Periscopio ha oltre 320.000 lettori, ma vogliamo crescere e farsi conoscere. Dipenderà da chi lo scrive ma soprattutto da chi lo legge e lo condivide con chi ancora non lo conosce. Per una volta, stare nella stessa barca può essere una avventura affascinante.  Buona navigazione a tutti.

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Francesco Monini
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